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Uno sguardo sulle fortificazioni italiane in età contemporanea

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Legnago (VR)

Al termine della guerra contro la lega di Cambrai (1509-1511) la Serenissima Repubblica dovette procedere con urgenza alla costituzione di un adeguato sistema difensivo a protezione della frontiera occidentale terrestre. L'attivo porto fluviale di Legnago, ubicato lungo la strada fra Padova e Mantova, fu – insieme a Peschiera e Verona – uno dei centri su cui si concentrarono le risorse.
Le preesistenti fortificazioni erano state in gran parte distrutte dalle truppe franco-imperiali e così si dovette procedere ex novo. I lavori, iniziati nel 1525, durarono oltre un trentennio. Alla fine del XVI Secolo il nucleo urbano aveva assunto l'aspetto di una doppia testa di ponte, strutturata su una cinta muraria di oltre 4 km., munita di sei bastioni. Di questi, tre erano a Legnago, in riva destra Adige, e tre a Porto, sulla sponda opposta del fiume 1.
La piazzaforte rimase inattiva fino alla fine del Settecento, in occasione della campagna d'Italia di Napoleone Bonaparte. Le truppe francesi entrarono senza combattere nel luglio 1796 ma dovettero abbandonarla già alla fine del mese sotto la pressione austriaca. Vicende belliche e trattati internazionali alternarono le presenze militari straniere negli anni a cavallo del XIX Secolo. Il trattato di Campoformio (17 ottobre 1797) assegnò il Veneto all'impero Asburgico e il successivo trattato di Lunéville (9 febbraio 1801) spostò il confine austro-francese sulla linea dell'Adige, dividendo così politicamente Legnago in due parti.
Quest'ultimo accordo di pace ebbe importanti conseguenze anche sulle difese cittadine: in analogia con quanto avvenuto contemporaneamente a Verona, i Francesi demolirono la cinta bastionata in sinistra Adige, prima che gli Austriaci potessero prenderne possesso.
Su iniziativa di Napoleone, il Genio militare iniziò l'elaborazione di progetti per il rafforzamento delle difese esistenti in riva destra. Si iniziò ad erigere un grande campo trincerato davanti alle mura perimetrali e due ridotte sui fianchi, a copertura delle strade per Verona e per Ferrara. Sul fronte Adige, completamente sguarnito, si lavorò alla realizzazione di un terrapieno munito di tre cavalieri, uno al centro e due sulle ali2.
L'annessione del Veneto al Regno Italico alla conclusione della cosiddetta Terza coalizione (pace di Presburgo, 26 dicembre 1805) fece ridurre l'interesse per il centro fluviale, ormai di seconda linea. Gli interventi difensivi vennero incentrati su Palmanova, Osoppo e sulle difese costiere adriatiche, in particolare Venezia ed Ancona. Tuttavia, ancora per iniziativa di Napoleone, vennero destinati nuovi fondi per le fortificazioni legnaghesi, indirizzati in particolar modo al ripristino del recinto bastionato di Porto, oltre che ad alcune infrastrutture militari (caserme, polveriere, ecc.).
L'Impero Asburgico, ritornato a Legnago nel 1814, probabilmente già in quell'anno, realizzò alcune piccole opere esterne: tre lunette, a copertura del bastione centrale e dei due rivellini adiacenti, ed una lunetta sull'isolotto fluviale posto immediatamente a sud della fortezza3.
Conclusasi l'emergenza bellica con la sconfitta napoleonica a Waterloo e quella di Murat a Tolentino, l'Austria scelse di non investire eccessive risorse nella piazzaforte e optò per la demolizione di tutte le opere esterne, affidando la difesa essenzialmente ad opportuni allagamenti.
Quanto restava delle fortificazioni ebbe un triste destino . Anche in conseguenza della devastante inondazione del 1882, quattro anni dopo venne autorizzato l'abbattimento delle mura in destra Adige. La cinta di Porto venne radiata nel 19074 e la sua demolizione iniziò cinque anni dopo.
Le uniche tracce giunte ad oggi sono costituite da un breve tratto di cortina muraria nei pressi di via Leopardi e dall'ex ospedale alla prova (ora Centro Ambientale Archeologico).

Sinteticamente, in relazione alle fortificazioni di Legnago, si segnala (in senso antiorario, procedendo per cerchi concentrici):
Cinta magistrale (Anno di costruzione: post 1525; Tipologia: mura di cinta a linea bastionata, strutturata su tre bastioni e due rivellini. Perimetro protetto da fossato; Configurazione (1796, in senso antiorario): porta San Martino, bastione di San Martino (o sopraccorrente), porta Mantova, rivellino, bastione di San Giovanni (o Bragadino), rivellino, bastione di San Bernardo (o sottocorrente, o di sotto), porta Stupa; Configurazione (1814, in senso antiorario): opera esterna alla cortina di sopraccorrente, porta San Martino, bastione, porta Mantova, rivellino, bastione, porta Ferrara, rivellino, bastione, porta Stupa, opera esterna alla cortina di sottoccorrente; Località: adiacenze via XXIV Maggio/via Matteotti/via Leopardi; Stato di conservazione: tracce);
Ridotta (Anno di costruzione: post 1802; Tipologia: opera a tracciato trapezoidale asimmetrico; Località: adiacenze viale dei Tigli; Coord.: 45.195437, 11.302333; Stato di conservazione: scomparsa);
Lunetta (Anno di costruzione: 1814-1815 ca.; Tipologia: opera a tracciato pentagonale; Località: adiacenze viale dei Tigli/corso della Vittoria; Coord.: 45.192584,11.305011; Stato di conservazione: scomparsa);
Lunetta (Anno di costruzione: 1814-1815 ca.; Tipologia: opera a tracciato pentagonale; Località: adiacenze viale dei Tigli/via XX Settembre; Coord.: 45.190112,11.306926; Stato di conservazione: scomparsa);
Lunetta (Anno di costruzione: 1814-1815 ca.; Tipologia: opera a tracciato pentagonale; Località: adiacenze viale dei Tigli/via Catullo; Coord.: 45.188418,11.310896; Stato di conservazione: scomparsa);
Ridotta (Anno di costruzione: post 1802; Tipologia: opera a tracciato trapezoidale asimmetrico; Località: adiacenze via Gianella; Coord.: 45.185821,11.315624; Stato di conservazione: scomparsa);
Lunetta (Anno di costruzione: 1814-1815 ca.; Località: isola sull'Adige; Coord.: 45.186728,11.321090; Stato di conservazione: scomparsa);
Campo trincerato (Camp Rétranché) (Anno di costruzione: post 1802; Tipologia: fortificazione semipermanente a tracciato ettagonale con sette opere addizionali esterne a freccia. Perimetro protetto da fossato. Fronte di gola protetto da due bastioni ed appoggiato alle difese esterne della cinta magistrale; Località: via Lungo Bussè/via XX Settembre; Coord.: 45.189201,11.304643; Stato di conservazione: scomparso; Note: opera mai portata a compimento).

In relazione alle fortificazioni di Porto, si segnala (in senso orario, procedendo per cerchi concentrici):
Cinta magistrale (Anno di costruzione: post 1537, post 1805; Tipologia: mura di cinta a linea bastionata, strutturata su tre bastioni e due rivellini. Perimetro protetto da fossato; Configurazione (1796, in senso orario): porta Padova, bastione sopraccorrente (o della porta aperta, o di sopra), rivellino, bastione San Pietro (o di mezzo), rivellino, bastione sottocorrente (o di porta Stupa, o di sotto), porta Stupa; Configurazione (1814, in senso orario): opera esterna alla cortina di sopraccorrente, porta Padova, bastione di monte, rivellino, bastione, rivellino, bastione di valle, porta Stupa, opera esterna alla cortina di sottocorrente; Località: piazza Carducci/via Dietro Mura/piazza Madonna della Salute/via Volta; Stato di conservazione: scomparsa).

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1 Legnago e Porto rimasero comuni indipendenti fino al 1582.
2 Cfr: FARA Amelio, Napoleone architetto nelle città della guerra in Italia, Firenze, Olschki, 2006, pagg. 111-112.
3 Tali opere non risultano presenti nelle mappe di origine francese. Risultano però esistenti in un rilievo austriaco sullo stato di consistenza delle fortificazioni, risalente al 1815 (cfr: PERBELLINI Gianni (a cura di), Le fortificazioni ottocentesche della provincia di Verona, Verona, Istituto Italiano dei Castelli. Sezione Veneta, 1981, ill. n.53, pag. 40).
4 R.D. 31 Gennaio 1907, n.39.

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