Intorno alla metà dell'Ottocento il Polesine era difeso essenzialmente dalla propria conformazione naturale: un bassopiano ubicato fra l'Adige e il Po, attraversato da numerosi altri corsi d'acqua. La città di Rovigo non era munita di fortificazioni adeguate, potendo fare affidamento soltanto sul castello e sulla cinta muraria, entrambi ormai 'datati' ed in cattive condizioni1. In occasione della Seconda Guerra d'Indipendenza gli Austriaci eressero un trinceramento in riva destra Adige, presso il borgo di Boara Polesine, a copertura del ponte stradale2. Dopodichè iniziarono ad elaborare un piano volto alla realizzazione di un campo trincerato a Rovigo. Gli stravolgimenti politico-territoriali degli anni 1859-1861, che avevano visto nascere il Regno d'Italia e lo spostamento ad oriente del confine austro-italiano, resero impellente la sua attuazione. Entro il 1864 quattro forti vennero eretti attorno alla città, disposti lungo le principali arterie stradali. Come tipologia si optò per una (significativa) rielaborazione delle torri casamattate 'Massimiliane'. Le nuove opere si presentavano con struttura a tronco di cono, su tre piani, circondate da fossato. Ad integrazione del sistema difensivo – non sufficientemente 'denso' da garantire una adeguata copertura al nucleo urbano – vennero realizzate altrettante batterie intermedie ed una quinta, arretrata, a protezione del ponte ferroviario di recentissima costruzione. La validità dei 'Turmfort' non ebbe la possibilità di essere provata nel nuovo conflitto apertosi nel giugno 1866. Le sconfitte subite contro l'esercito prussiano obbligarono l'Alto Comando Austriaco a richiamare truppe dal fronte meridionale, con conseguente necessità di accorciare la zona di operazioni. La piazza di Rovigo, giudicata debole e distante dal Quadrilatero, non venne considerata difendibile e – per evitare che la sua conquista dopo un breve assedio avesse conseguenze negative sul morale – se ne decise l'evacuazione previa distruzione delle fortificazioni e dei materiali/scorte non trasportabili. Il 9 luglio, alle 10 di sera, una serie di boati segnò la fine delle opere appena realizzate, dopodichè le ultime truppe abbandonarono il Polesine dirigendosi verso Padova. Il Regio Esercito non ritenne opportuno ricostituire la piazza ormai scomparsa. Nel luglio 1867 un'impresa privata venne incaricata di spianare i ruderi, dopo aver recuperato il materiale bellico ancora presente sotto le macerie. La linea difensiva venne spostata sulla riva sinistra dell'Adige. La testa di ponte eretta dal Regio Esercito durante il recente conflitto, presso il borgo di Boara Pisani3, venne conservata in previsione di un ritorno offensivo asburgico. Fu radiata solo nel secolo successivo e i terreni su cui era ubicata vennero successivamente alienati4. Attualmente non sopravvivono tracce delle fortificazioni ottocentesche. A ricordare la presenza austriaca resta l'ex caserma della Gran Guardia, la scritta 'I.R. Gendarmeria' sotto il timpano di palazzo Montalti e alcuni toponimi (spianata di Borsea e ponte dei Forti). Ormai lontana dalle ipotizzabili operazioni belliche terrestri, Rovigo restava però teoricamente esposta all'offesa aerea nemica. La sua valenza unicamente come centro agricolo fece sì che la M.DiCAT non vi insediasse alcuna batteria contraerea. A partire dal giugno 1940 cominciarono gli apprestamenti di ricoveri pubblici per la popolazione civile. Siti opportuni vennero individuati in alcuni palazzi di recente costruzione, presso torri e campanili e nell'alveo asciutto del torrente Adigetto, il cui corso era stato deviato due anni prima. In agosto un comunicato della Prefettura indicava la presenza di undici rifugi (di cui dieci 'di fortuna' ed uno 'anticrollo'), oltre a tre porticati protetti5. Il progressivo concretizzarsi della minaccia, esemplificata dal richiamo pervenuto già nel gennaio 19436, portò ad un incremento delle opere di protezione antiaerea, peraltro limitato dalla scarsità di materie prime e dalla situazione morfologica del territorio, caratterizzato dalla scarsa profondità delle acque freatiche che rendeva problematici eventuali scavi. Alla fine della guerra erano stati approntati quarantasette ricoveri pubblici, per una capienza complessiva di circa 6730 persone7.
Sinteticamente, le fortificazioni della piazza di Rovigo sono (in senso orario, procedendo per cerchi concentrici): ● Forte di Boara (Anno di costruzione: 1862-1863; Tipologia: opera permanente casamattata a tracciato circolare. Perimetro protetto da fossato; Armamento (1866): circa dodici cannoni da 12 libbre a retrocarica (12-pfündige Htld. Kanone) + sei cannoni da 7 libbre (7-pfündige Granatkanone); Località: Boara, viale Porta Adige; Coord.: 45.095820,11.785490; Stato di conservazione: scomparso); ● Batteria Ceresolo (Anno di costruzione: 1866; Tipologia: opera semipermanente a tracciato ettagonale. Impianto simmetrico a lunetta, con saliente ottuso. Fronte d'attacco su quattro lati convergenti sulla linea capitale. Fianchi obliqui, divergenti verso il fronte principale. Fronte di gola rientrante, difeso da un tamburo; Località: adiacenze Tangenziale Est (a sud dello scolo Ceresolo); Coord.: 45.085439,11.805864; Stato di conservazione: scomparsa); ● Forte di Sarzano (Anno di costruzione: 1862-1863; Tipologia: opera permanente casamattata a tracciato circolare, con cavedio centrale. Perimetro protetto da fossato; Armamento (1866): circa dodici cannoni da 12 libbre a retrocarica (12-pfündige Htld. Kanone) + sei cannoni da 7 libbre (7-pfündige Granatkanone); Località: adiacenze SR443/via Nievo; Coord.: 45.074727,11.821416; Stato di conservazione: scomparso); ● Batteria Rosada (Anno di costruzione: 1866; Tipologia: opera semipermanente a tracciato ettagonale. Impianto simmetrico a lunetta, con saliente fortemente ottuso. Fronte d'attacco su quattro lati convergenti sulla linea capitale. Fianchi obliqui, divergenti verso il fronte principale. Fronte di gola rientrante, difeso da un tamburo; Località: via Anna Frank; Coord.: 45.063641,11.803407; Stato di conservazione: scomparsa); ● Forte di Borsea (Anno di costruzione: 1862-1863; Tipologia: opera permanente casamattata a tracciato circolare, con cavedio centrale. Perimetro protetto da fossato; Armamento (1866): circa dodici cannoni da 12 libbre a retrocarica (12-pfündige Htld. Kanone) + sei cannoni da 7 libbre (7-pfündige Granatkanone) + tre mortai da 30 libbre (30-pfündige Mörser); Località: viale Porta Po/viale del Lavoro; Coord.: 45.051624,11.787789; Stato di conservazione: scomparso); ● Batteria Tassina (o Batteria Facchini) (Anno di costruzione: 1866; Tipologia: opera semipermanente a tracciato ettagonale. Impianto simmetrico a lunetta, con saliente ottuso. Fronte d'attacco su quattro lati convergenti sulla linea capitale. Fianchi obliqui, divergenti verso il fronte principale. Fronte di gola rientrante, difeso da un tamburo; Località: adiacenze via Sandro Pertini; Coord.: 45.061201,11.775405; Stato di conservazione: scomparsa); ● Forte di Roverdicrè (Anno di costruzione: 1862-1863; Tipologia: opera permanente casamattata a tracciato circolare, con cavedio centrale. Perimetro protetto da fossato; Armamento (1866): circa dodici cannoni da 12 libbre a retrocarica (12-pfündige Htld. Kanone) + sei cannoni da 7 libbre (7-pfündige Granatkanone) + tre mortai da 30 libbre (30-pfündige Mörser); Località: adiacenze via Bellini/via Ponte dei Forti; Coord.: 45.070954,11.768946; Stato di conservazione: scomparso); ● Batteria Colombara (Anno di costruzione: 1866; Tipologia: opera semipermanente a tracciato ettagonale. Impianto simmetrico a lunetta, con saliente ottuso. Fronte d'attacco su quattro lati convergenti sulla linea capitale. Fianchi obliqui, divergenti verso il fronte principale. Fronte di gola rientrante, difeso da un tamburo; Località: adiacenze via Merlin; Coord.: 45.081939,11.775598; Stato di conservazione: scomparsa); ● Batteria del Ponte della ferrovia (Batterie an der Eisenbahn-Etschbrücke) (Anno di costruzione: 1866; Località: Granzella, via Lungo Adige; Coord.: 45.097568,11.774475; Stato di conservazione: scomparsa).
In relazione alle fortificazioni in sinistra d'Adige, si segnala (in senso orario, procedendo per cerchi concentrici): ● Forte Ferrovia (Anno di costruzione: post 1865; Comune: Boara Pisani; Località: Ferrata, via Ferrata; Coord.: 45.108258,11.766865; Stato di conservazione: scomparso); ● Lunetta Pisani (Anno di costruzione: post 1865; Comune: Boara Pisani; Località: via Ferraria; Coord.: 45.115380,11.784905; Stato di conservazione: scomparsa); ● Forte Concadirame (Anno di costruzione: post 1865; Comune: Borgo Veneto; Località: La Salvadega, adiacenze via Carducci; Coord.: 45.104639,11.745128; Stato di conservazione: scomparso); ● Lunetta Careggiani (Anno di costruzione: post 1865; Comune: Borgo Veneto; Località: fra Cadeasse e lo scolo Sabadina; Coord.: 45.107441,11.753754; Stato di conservazione: scomparsa); ● Batteria (Anno di costruzione: post 1865; Comune: Borgo Veneto; Località: a nord dello scolo Sabadina; Coord.: 45.113407,11.757295; Stato di conservazione: scomparsa); ● Forte Stanghella (Anno di costruzione: post 1865; Comune: Boara Pisani; Località: SS16 (a sud dello scolo Sabadina); Coord.: 45.120494,11.769182; Stato di conservazione: scomparso); ● Batteria Crosara (Anno di costruzione: post 1865; Comune: Boara Pisani; Località: Crosara, via Ferraria; Coord.: 45.125490,11.781145; Stato di conservazione: scomparsa); ● Forte Sabbioni (Anno di costruzione: post 1865; Comune: Boara Pisani; Località: Gorghetti, via Fontane; Coord.: 45.126649,11.800923; Stato di conservazione: scomparso).
Per quanto riguarda le opere di protezione antiaerea, si segnala: ● Ricovero pubblico 'Torre mozza' (Tipologia: struttura civile adattata a rifugio, alla prova; Località: adiacenze piazza Matteotti/via Grimani (c/o torre Grimani); Capienza: 200 persone; Coord.: 45.070650,11.787102; Stato di conservazione: tracce); ● Ricovero pubblico 'Torre alta' (Tipologia: struttura civile adattata a rifugio, alla prova; Località: adiacenze piazza Matteotti (c/o torre Donà); Capienza: 100 persone; Coord.: 45.070372,11.787719; Stato di conservazione: tracce); ● Ricovero pubblico 'Riservette del vecchio castello Donà' (Tipologia: struttura civile adattata a rifugio, alla prova; Località: adiacenze piazza Matteotti (c/o castello); Capienza: 1600 persone; Coord.: 45.070230,11.787177; Stato di conservazione: tracce); ● Ricovero pubblico 'Genio Civile' (Tipologia: scantinato dedicato a rifugio, anticrollo; Località: corso del Popolo 127; Coord.: 45.071369,11.786801; Stato di conservazione: parzialmente esistente; Proprietà: Regione Veneto); ● Ricovero pubblico 'Istituto Nazionale Assicurazioni' (Anno di costruzione: 1938; Tipologia: scantinato dedicato a rifugio, anticrollo; Località: corso del Popolo; Coord.: 45.070576,11.788822; Stato di conservazione: tracce); ● Ricovero pubblico 'nel cortile dell’abitazione del Prefetto' (Tipologia: opera dedicata 'a torre', alla prova; Località: Via Celio 12; Capienza: 120 persone; Coord.: 45.071773,11.788615; Stato di conservazione: esistente); ● Ricovero pubblico 'Campanile della Rotonda' (Tipologia: struttura civile adattata a rifugio, alla prova; Località: piazzale Soccorso (c/o chiesa della Beata Vergine del Soccorso); Capienza: 120 persone; Coord.: 45.072949,11.793959); ● Ricovero pubblico 'Intendenza di Finanza' (Tipologia: scantinato dedicato a rifugio, anticrollo; Località: via Cavour 19; Coord.: 45.069383,11.791811; Uso attuale: Agenzia delle Entrate); ● Ricovero pubblico 'Palazzo vescovile' (Tipologia: scantinato dedicato a rifugio, anticrollo; Località: via Sichirollo 18; Coord.: 45.067280,11.790670); ● Ricovero pubblico 'Vecchia ghiacciaia' (Tipologia: struttura civile adattata a rifugio, alla prova; Località: adiacenze via Principe di Napoli; Capienza: 250 persone; Coord.: 45.066898,11.792611; Stato di conservazione: scomparsa); ● Ricovero pubblico 'Sezione Catasto' (Tipologia: scantinato dedicato a rifugio, anticrollo; Località: corso del Popolo 321; Coord.: 45.067280,11.793301; Stato di conservazione: esistente); _________________________ 1 'Bisogna inoltre ricordare che la città è circondata da valli e mura bastionate e possiede un antico castello piuttosto in rovina. La cinta era ai miei tempi così danneggiata che solo dopo una accurata riparazione e una lunga occupazione con le truppe si sarebbe potuta considerare come parte centrale della piazzaforte' (Cfr: SALIS-SOGLIO Daniel Freiherrn, Mein Leben und was ich davon erzählen will, kann und darf, Stuttgart-Leipzig, Deutsche Verlags-Anstalt, 1908, citato in: ZENNARO GIULIOTTI Silvia - DE POLI Giovanni, I forti Austriaci di Rovigo: Cronaca e realtà, Rovigo, I.T.G. 'Amos Bernini', 2015, pagg. 45-46). 2 Si trattava di sei lunette a tracciato poligonale disposte a ventaglio, collegate fra loro da un terrapieno. Della loro esistenza non si fa più cenno nel successivo conflitto. Cfr: ZENNARO GIULIOTTI Silvia - DE POLI Giovanni, op. cit., pag. 11 + figg. 53, 54 + tavv. a1, b1, b2. 3 'A Boara di faccia a Rovigo si costrusse nell'ultima campagna una piccola testa di ponte' (Cfr. FARA Amelio, Luigi Federico Menabrea (1809-1896): Scienza, ingegneria e architettura militare dal Regno di Sardegna al Regno d'Italia, Firenze, Olschki, 2011, pag. 106). L'importanza della posizione di Boara per il controllo dell'Adige (sul quale era prevista la radunata dell'esercito) venne sottolineata dalla Commissione per lo studio della difesa dello Stato – costituitasi nell'ottobre 1880 – che inserì il rafforzamento delle opere di Boara fra quelle da realizzarsi con più sollecitudine (Cfr: MINNITI Fortunato, Il secondo piano generale delle fortificazioni. Studio e progetti (1880-1885), in: 'Memorie Storiche Militari 1980', Roma, USSME, 1981, pagg. 95-96). 4 Cfr. R.D. 05 Febbraio 1903 n.47 (che radia dal novero delle fortificazioni dello Stato talune opere delle piazze di Venezia e Chioggia) e Relazione della Giunta Generale del Bilancio sul Disegno di Legge presentato dal Ministro del Tesoro (Carcano) nella seduta del 30 novembre 1909. Stato di previsione della spesa del Ministero della Guerra per l'esercizio finanziario dal 1° luglio 1910 al 30 giugno 1911. Allegato P (Elenco degli immobili venduti in applicazione delle leggi 5 maggio 1901, n.151 e 14 luglio 1907, n.496) (Camera dei Deputati, Atti, Relazioni 291-A, 291bis-A del 05 Maggio 1910). 5 Regia Prefettura di Rovigo. Comitato Provinciale Protezione Antiaerea, documento in data 2 Agosto 1940-XVIII, citato in: ZENNARO GIULIOTTI Silvia - DE POLI Giovanni, I ricoveri antiaerei a Rovigo nella Seconda Guerra Mondiale, Rovigo, I.T.G. 'Amos Bernini', 2011, pagg. 113-114. 6 'Rinnovo parola d'ordine: Costruire ricoveri – Costruire ricoveri – Costruire ricoveri pubblici e privati', telegramma in data 13 Gennaio 1943, f.to Guido Buffarini-Guidi, citato in: ZENNARO GIULIOTTI Silvia - DE POLI Giovanni, I ricoveri cit., pag. 91. 7 Il numero delle opere realizzate viene riportato in un documento della Prefettura in data 17 dicembre 1948. I ricoveri pubblici erano così suddivisi: sei 'alla prova' (cioè resistenti a bombe di 100kg, di cui uno solo realizzato allo scopo), cinque 'anticrollo' (nello specifico si trattava di rifugi costruiti contemporaneamente agli edifici in cui erano ubicati) e trentasei 'antischegge' (di cui sedici trincee coperte e venti porticati chiusi da murature). Ad essi si dovevano aggiungere quattro rifugi scolastici (di cui due anticrollo e due antischegge), sedici rifugi collettivi (di cui dodici anticrollo e quattro antischegge), otto rifugi industriali (di cui quattro anticrollo e quattro antischegge) e circa sessantacinque rifugi privati (di cui circa quindici anticrollo e circa cinquanta antischegge). Cfr: ZENNARO GIULIOTTI Silvia - DE POLI Giovanni, I ricoveri cit., pagg. 142-151. |