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Uno sguardo sulle fortificazioni italiane in età contemporanea

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Tirano (SO)

Già in occasione delle sedute della Commissione Permanente per la Difesa Generale dello Stato1, si era prestata attenzione alla media Valtellina. Forze ostili provenienti dal passo del Bernina avrebbero potuto aprirsi una via di accesso alla pianura Padana, non solo scendendo lungo la Valtellina stessa ma anche risalendo al passo di Aprica e da lì percorrendo la val Camonica.
Limitatezze finanziarie avevano però consigliato di soprassedere alla questione, che venne affrontata concretamente solo all'inizio del XX Secolo. Nel 19122 vennero stanziati i fondi per la costruzione di un'opera permanente da erigersi sul versante sinistro dell'Adda, alle pendici del monte Padrio, in località Canali. I lavori iniziarono nell'aprile 1913 e terminarono nell'ottobre dell'anno successivo.
Il progetto del forte era ispirato a quello delle batterie corazzate di tipo Rocchi. Il corpo principale era a forma di parallelepipedo, in calcestruzzo e pietra, su due livelli. Quattro cannoni da 149A, in cupole tipo Armstrong, ne costituivano l'armamento. La difesa ravvicinata era affidata ad un profondo fossato, difeso da tre caponiere (di cui, due metalliche ed una in muratura), poste ai vertici del fronte d'attacco e del fronte di gola occidentale. I locali polveriera, interrati, erano posizionati esternamente all'opera. Nelle immediate adiacenze si trovavano tre edifici in muratura ospitanti il corpo di guardia, i magazzini e la scuderia. La guarnigione risiedeva in una caserma in località Piscina.
Forte Canali rappresentava il fulcro del cosiddetto sbarramento del Poschiavino, ed era integrato da tre appostamenti per artiglieria campale, da armarsi in caso di necessità (in località Ronco, Corradini e Croce dei Motti).
L'andamento delle operazioni belliche negli anni 1915-1918 non diede modo al sistema difensivo di essere messo alla prova.
Tuttavia il forte fu uno dei pochi ad essere ancora pienamente operativo alla firma dell'armistizio di Villa Giusti. Se infatti – analogamente alle altre opere permanenti montane – già nel 1915 era stato privato del suo armamento, nell'ultimo anno di guerra i cannoni erano ritornati in sede3, in previsione di un'offensiva Austro-Tedesca attraverso il territorio neutrale elvetico.
Il forte venne mantenuto in efficienza anche per tutto il primo dopoguerra. Negli anni Trenta venne intitolato al valtellinese Francesco Sertoli (medaglia d'oro al valor militare) e – quale 521^ Btr. G.a.F. – venne inglobato nel Vallo Alpino (XII settore G.a.F.).
Nelle fasi finali del secondo conflitto mondiale si pensò di utilizzare l'opera come caposaldo del progettato ridotto valtellinese, estrema difesa della Repubblica Sociale, ma le condizioni in cui venne trovato (munizioni assenti ed armamento principale privo di otturatori) fecero rapidamente cadere l'ipotesi.
Venne dismesso il 7 marzo 1949.

Sinteticamente, le opere dello sbarramento Poschiavino sono (all'incirca, da nord a sud):
appostamento occasionale Ronco (Tipologia: postazione di artiglieria campale; Armamento (1915): quattro cannoni da 75A; Comune: Tirano; Località: Ronco);
appostamento occasionale Corradini (Tipologia: postazione di artiglieria campale; Armamento (1915): quattro cannoni da 75A; Comune: Tirano; Località: Corradini);
Forte Canali (o forte Sertoli) (Anno di costruzione: 1913-1914; Tipologia: batteria corazzata con armamento principale in pozzo. Perimetro protetto da fossato e da tre caponiere; Armamento (1915): quattro cannoni da 149A (in cupole singole) + cinque mitragliatrici; Comune: Tirano; Località: Canali; Altitudine: 1140m; Coord.: 46.198624,10.176796; Stato di conservazione: esistente; Uso attuale: non utilizzato; Modalità di accesso: non visitabile);
appostamento occasionale Croce dei Motti (Tipologia: postazione di artiglieria campale, con armamento principale in caverna; Armamento (1915): quattro cannoni da 149G; Comune: Tirano; Località: Croce dei Motti).

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1 Istituita con R. decreto 23 Gennaio 1862.
2 Legge 23 Giugno 1912 n.710 'Che approva una maggiore assegnazione di lire 60.000.000 a favore del Ministero della guerra da ripartirsi negli esercizi 1912-918' (G.U. 10 Luglio 1912 n.162).
3 I pezzi non erano però quelli già presenti nel sito. Erano in organico alla 229^ batteria ed originariamente costituivano parte della dotazione del forte di Corno d'Aola.

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