Nell'autunno 1943 l'Alto Comando tedesco ritenne necessario procedere alla realizzazione di una linea fortificata mirante a difendere il confine meridionale del Reich e le cosiddette zone di operazione Prealpi e Litorale adriatico1, istituite pochi giorni dopo i noti fatti armistiziali. In un primo tempo il feldmaresciallo Erwin Rommel, quale Comandante in capo del gruppo d'armate B operante nell'Italia settentrionale2, optò per un tracciato prealpino che avrebbe dovuto seguire (molto parzialmente) il vecchio confine fra Italia ed Austria-Ungheria, giovandosi non solo della conformazione orografica ma anche delle opere campali già esistenti, risalenti al precedente conflitto mondiale. La decisione dell'OKW di bloccare il più possibile gli Alleati nel sud della penisola attestandosi su più linee successive di sbarramento, fece sì che i lavori all'inizio non ebbero la priorità3. Nell'estate del 1944 – stante l'ormai profonda avanzata delle truppe Alleate e il timore di un sbarco sulle coste adriatiche per aggirare la 'Linea Gotica' – l'apprestamento di fortificazioni lungo i rilievi delle Alpi orientali venne accelerata. I lavori presero ufficialmente il via nel mese di luglio4 e procedettero alacremente sotto la direzione della Organisation Todt. Nel settore trentino occidentale la Voralpenstellung (o 'Blaue Linie') correva in posizione avanzata rispetto al vecchio confine asburgico: dalla Valtellina si spingeva fino ai passi della Manina e della Presolana, tagliava poi la val Camonica, toccava quindi il passo del Maniva, attraversava la val di Chiese, raggiungeva il passo Tremalzo per terminare al lago di Garda. In val Camonica le fortificazioni vennero erette nei pressi di Boario Terme5. La scelta era dovuta all'esigenza di proteggere la strada che da lì saliva ad Angolo Terme e quindi al passo della Presolana (altro caposaldo della linea, che pertanto avrebbe potuto essere aggirato). Il sistema difensivo era all'incirca disposto ad 'U'. La principale linea di arresto a fondovalle si trovava all'altezza di Gianico mentre i fianchi erano in posizione avanzata e dominante all'altezza degli abitati di Monti di Rogno (a nord) e di Piazze (a sud). Più precisamente la linea si snodava da Monte Lantana a Monte Pora, quindi scendeva a Monti di Rogno, piegava poi verso Anfurro e l'altura Mirabella presso il lago Moro, scendeva a Corna quindi a Boario dove erano stati fortificati i dossi del Castellino e del Monticolo. Postazioni vennero realizzate anche sul versante opposto. Dall'abitato di Fucine una strada militare carriabile progettata dalla O.T. giungeva a Piazze, sede di postazioni d'artiglieria. La principale linea di arresto a fondovalle era focalizzata lungo il torrente Re. Nel tratto orientale i Tedeschi si limitarono a riutilizzare a fini difensivi il già esistente muro antiesondazione in pietra, che in parte venne ulteriormente innalzato con una soletta di cemento. Nel tratto più occidentale – confluente nel fiume Oglio – i lavori furono più complessi: venne scavato un nuovo fossato in cemento in cui fecero confluire le acque del torrente. Ad ulteriore protezione venne eretta una fila di sbarramento a denti di drago (Höckerlinie). A cavallo del torrente vennero costruite postazioni protette in cemento per cannoni controcarro e truppe. Un reticolato profondo 10m. x 2m. di altezza si estendeva dal torrente Re a Plagne (comune di Artogne). Una seconda linea di arresto venne realizzata a Boario, sfruttando la piega del corso del fiume Oglio e la presenza alle spalle delle due già citate collinette del Castellino e del Monticolo. Lungo entrambi i fianchi dei rilievi montuosi vennero scavati ricoveri in caverna, camminamenti e trincee e realizzati ricoveri in legno e postazioni per armi automatiche. Al termine della guerra gran parte del sistema difensivo scomparve. Le opere in legno e in cemento vennero demolite per recuperarne i materiali. Altre, più semplicemente, vennero riempite di terra per consentire la coltivazione dei campi o riutilizzate come cantine. Attualmente il tracciato della linea difensiva è ancora leggibile. Praticamente intatto si presenta il fosso anticarro con le relative piramidi di cemento. Inoltre si sono conservati la strada militare e almeno tre bunker6, oltre ovviamente alle opere in caverna. Recentemente la linea difensiva è stata oggetto di studi che hanno portato alla realizzazione di un dvd a tema7. Inoltre la visita di alcune opere superstiti site in fondi privati è stata consentita in occasione delle giornate autunnali del FAI (settembre 2022).
_________________________ 1 L'Operationszone Alpenvorland (OZAV) riuniva le provincie italiane di Bolzano, Trento e Belluno. L'Operationszone Adriatisches Künstenland (OZAK) riuniva quelle di Udine, Gorizia, Trieste, Pola, Fiume e Lubiana. 2 Il Comando dell'Heeresgruppe B rimase in Italia fino al novembre 1943, quando l'OKW optò per il suo trasferimento in Francia. La difesa della penisola venne affidata quindi al neocostituito Gruppo d'armate C (26 novembre 1943), agli ordini del feldmaresciallo Albert Kesselring. 3In un primo tempo il compito fu affidato al Gebirgs-Pioniere, affiancato da battaglioni da costruzione italiani. Successivamente, tra febbraio e marzo 1944, la direzione passò alla Organisation Todt (cfr.: SAVEGNAGO Paolo, Il baluardo di cemento: Il contributo delle organizzazioni del lavoro tedesche all'occupazione dell'Italia nordorientale, VENETICA Rivista degli Istituti per la storia della Resistenza di Belluno, Treviso, Venezia, Verona e Vicenza, Anno XXIX, n.32, 2015, pagg. 124-125). 4 Weisung Nr. 60 für die Kriegführung, 27 Luglio 1944 ([…] '1.) Ich befehle den Ausbau eines rückwärtigen Stellungssystems in Norditalien. 2.) Es sind auszubauen: a) Die bereits im großen erkundete Voralpenstellung' […]). 5 Lo Stützpunkt Oglio-Tal faceva parte del settore I della Voralpenstellung (Bauabschnitt I) I lavori erano iniziati già in primavera: 'Darfo (Breno): Le opere quivi in costruzione fin dall'inizio della scorsa primavera e già segnalate, sorgono nelle immediate vicinanze dell'abitato di Darfo' (cfr: Milano, INSMLI, fondo CVL, b.27, f.44).
6 Un Regelbau 677 e due Regelbau 51a. 7 MALOSSO Stefano (regia) – COMELLA Franco (ricerca e coordinamento), La guerra scampata: Lungo i cantieri Todt della Linea Blu in bassa Valle Camonica, Apig Auser Insieme di Gianico, 2018. |