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Uno sguardo sulle fortificazioni italiane in età contemporanea

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Verceia (SO)

Durante la Prima Guerra Mondiale, il settore Mera-Adda della Occupazione Avanzata Frontiera Nord venne integrato con un'opera di sbarramento passiva, predisposta per ostacolare l'eventuale ingresso nell'Alto Lario di forze Austro-tedesche provenienti dal passo dello Spluga e/o dalla val Bregaglia.
Il punto prescelto venne individuato nello sperone di San Fedele di Verceia, dove il monte Bassetta scende ripido nel lago di Mezzola1. In quel punto nell'Ottocento erano stati scavati due tunnel – stradale e ferroviario2 – che consentivano la connessione fra la Valchiavenna e la piana di Colico. Si trattava delle principali rotabili in uso all'epoca e la loro interruzione avrebbe costretto l'utilizzo di mulattiere o sentieri montani, come la cinquecentesca 'Strada dei cavalli'.
La galleria di mina di Verceia venne completata nel 1917. Il portone d'accesso è posizionato sul versante meridionale dello sperone roccioso, fra gli ingressi dei due gallerie, e vi si accede tramite una rampa. Il tracciato principale ha un andamento spezzato. Il primo tratto è costituito da una scalinata che eleva ulteriormente il piano di calpestio oltre l'altezza dei tunnel viari. Il secondo tratto corre in asse sopra la galleria stradale, quindi piega a destra e infine si posiziona sopra la galleria ferroviaria.
Il manufatto è strutturato su tre vani (corpo di guardia, gruppo generatore e ricovero/magazzino), due polveriere (per esplosivi e inneschi), un pozzo per il prelievo dell'acqua dal sottostante lago, sedici pozzi di mina e tre cisterne. Il ricambio dell'aria era assicurato da tre condotti di aerazione, oltre che da una finestrella ricavata nel vano ricovero.
In caso di necessità le cariche sarebbero state calate nei pozzi e quindi fatte detonare causando il crollo delle rotabili sottostanti. Per convogliare la forza d'urto verso il basso, i pozzi sarebbero stati 'intasati' con l'acqua proveniente dalle cisterne3.
L'opera rimase attiva fino agli anni Trenta e probabilmente fino alla Seconda Guerra Mondiale, dopodichè – dopo la dismissione – l'ingresso venne murato e della sua esistenza quasi si perse il ricordo.
Le esplorazioni speleologiche del 1997 risvegliarono l'interesse per la struttura, che nel 2012 venne sottoposta ad interventi di recupero finanziati con fondi pubblici.
Il manufatto, nonostante le asportazioni dei recuperanti, si presenta in ottime condizioni: da segnalare, la presenza delle originali porte in legno di accesso alle due polveriere.
Attualmente il sito è visitabile a cura del Museo della Guerra Bianca in Adamello.

Sinteticamente:
● (Anno di costruzione: 1916-1917 ca.; Tipologia: galleria di mina; Località: San Fedele, via Quatrass; Altitudine: 211-216m; Lungh. 105m ca.; Coord.: 46.192500, 9.449250; Stato di conservazione: ottimo; Modalità di accesso: visitabile; Note: strutturato su una sala macchine, due camere, due polveriere, sei pozzi di mina e tre cisterne).

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1 '[…] Questo comando, stabilito di completare la sistemazione difensiva permanente della frontiera alpina chiudendo anche l'aperto saliente ticinese, dispose col foglio 1245 del 24 maggio 1911 che, in relazione alle nuove condizioni di fatto che sarebbero venute a crearsi colle divisate fortificazioni, venisse ripreso in esame tutto il sistema di interruzioni stradali predisposte nella regione in argomento, nel fine di ben coordinare il relativo funzionamento all'azione delle fortificazioni tenendo presenti anche le modificazioni avvenute nella viabilità. Nel fine sopraccennato […], questo comando prese le seguenti determinazioni: a) Riconobbe l'opportunità di predisporre l'interruzione della ferrovia e della strada ordinaria di Vallemera in corrispondenza del lago di Mezzola e ne ordinò lo studio (foglio 1318 del 27 maggio 1914) […] (Comando del Corpo di Stato Maggiore s.d., p. 21)', citato in: BREDA Maria Antonietta - FUMAGALLI Sara - PADOVAN Gianluca, Opere di mina: La galleria di demolizione di Brienno (Como), in: BREDA Maria Antonietta (a cura di), Luoghi e architetture della Grande Guerra in Europa. I sistemi difensivi dalle teorizzazioni di Karl von Clausewitz alla realtà della Prima Guerra Mondiale. Atti del I Congresso Internazionale 'Conoscenza e Valorizzazione delle opere militari moderne'. Milano 16-17 novembre 2011, Oxford, British Archaeological Reports, 2012, pagg. 84 e 88.
2 Vennero inaugurati, rispettivamente, nel 1834 e nel 1886.
3 Per approfondimenti, cfr: TROTTI Antonio, I sistemi difensivi e le grandi opere fortificate in Lombardia tra l'Età Moderna e la Grande Guerra, Milano-Temù, Regione Lombardia - Museo della Guerra Bianca in Adamello, Vol. 2: Le grandi opere in caverna della Frontiera Nord, 2011, pagg. 225-249.

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