Le opere militari apprestate a levante del saliente svizzero di Mendrisio e riferibili alla Occupazione Avanzata Frontiera Nord (settore 'Ceresio-Lario), più che da una linea di difesa continua finalizzata all'arresto di assalti nemici, erano per lo più costituite da numerose postazioni di artiglieria1, a loro volta protette da trinceramenti. I piani della 5^ Armata – preposta alla difesa della frontiera settentrionale – in quell'area prevedevano l'impiego delle batterie campali per limitare fortemente i pericoli insiti in un confine che arrivava in prossimità di Como. Ai cannoni sarebbe stato affidato sia il tiro di sbarramento di passaggi obbligati sia l'azione di appoggio ad un'occupazione preventiva di parte del territorio elvetico a sud del lago di Lugano2. Il centro di fuoco più occidentale venne realizzato sul monte Bisbino. Era composto da due batterie aventi come obiettivi monte Generoso e la piana di Mendrisio. La difesa del complesso era affidata ad un trinceramento avente un tracciato all'incirca a 'L', che copriva i versanti occidentale e settentrionale della montagna, da pizzo Cavalera a Ca' Bossi. Alcuni ricoveri in caverna, presenti lungo il tracciato, avevano il compito di proteggere il personale di presidio. Sul vertice venne realizzato l'osservatorio sotterraneo (n.XLV) basato su tre punti di osservazione. I due appostamenti erano raggiungibili grazie ad una strada militare realizzata nel 1916 ed intitolata a Vittorio Emanuele III, che da Rovenna saliva alla vetta lungo un tracciato di dodici km ca. 3. Con la fine del conflitto cominciò il decadimento del sistema difensivo. Ai fattori naturali si unì quello umano: le trincee vennero riempite in quanto costituenti pericolo per il bestiame in alpeggio, il materiale edile venne asportato dai residenti per riutilizzarlo ad altri fini. Ulteriori danni ebbero origine dalle piantumazioni effettuate negli anni Trenta. Con l'avvicinarsi del centenario della Grande Guerra cominciarono gli studi per un parziale ripristino dei manufatti. I lavori – a cura dei gruppi A.N.A. di Moltrasio e di Bisbino Rovenna – iniziarono nel 2010 e terminarono con l'inaugurazione ufficiale avvenuta il 20 Novembre 2011.
Sinteticamente, le batterie del Bisbino sono (all'incirca da sud-ovest a nord-est): ● Appostamento n.81 (Anno di costruzione: 1916-1917 ca.; Tipologia: postazione di artiglieria campale, con armamento principale in piazzole a cielo aperto; Armamento (previsto): quattro cannoni da 149G; Gruppo n.XXXI; Obiettivi: piana di Mendrisio; Località: Monte Bisbino, Villa Serrati; Altitudine: 1.273m); ● Appostamento n.80 (Anno di costruzione: 1916-1917 ca.; Tipologia: postazione di artiglieria campale, con armamento principale in piazzole a cielo aperto; Armamento (previsto): quattro cannoni da 149G; Gruppo n.XXXI; Obiettivi: monte Generoso; Località: Monte Bisbino, Alpe Piella; Altitudine: 1.243m; Note: sopra la piazzola all'estremità orientale è stata edificata una abitazione).
_________________________ 1 Si trattava di ventotto appostamenti, numerati da 80 a 107. 2 'Per assicurare buone condizioni alla nostra difesa è necessario che, non appena aperte le ostilità, la 5^ Armata si assicuri il possesso del Sasso Piatto e del M. Generoso, per strozzare alla sua origine il saliente di Mendrisio e neutralizzarne la pericolosa minaccia, e per dare appoggio alla posizione della Sighignola, punto importante della nostra linea di difesa principale' (R. Esercito Italiano. Comando Supremo. Ufficio del Capo di Stato Maggiore. Ufficio Segreteria. Oggetto: Direttive per il Comandante della 5^ Armata (ipotesi di guerra alla frontiera nord), in data 28 Luglio 1916, citato in: ROVIGHI Alberto, Un secolo di relazioni militari tra Italia e Svizzera 1861-1961, Roma, USSME, 1987, pag. 449. 3 Per approfondimenti, cfr: TATTARLETTI Giuseppe, La Linea Cadorna sul Monte Bisbino, Cernobbio/Moltrasio, Gruppo A.N.A. Bisbino Rovenna/Gruppo A.N.A. Moltrasio, 2011; TROTTI Antonio, Alla scoperta della Frontiera Nord: Otto spunti di turismo storico-militare tra Varese, Como, Lecco, Sondrio e Canton Ticino, Milano-Temù, Regione Lombardia - Museo della Guerra Bianca in Adamello, 2013, pagg. 37-42. |