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Uno sguardo sulle fortificazioni italiane in età contemporanea

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Savona

Costruita intorno alla metà del Cinquecento dalla Repubblica di Genova su progetto di Giovanni Maria Olgiati, l'imponente fortezza del Priamar occupa interamente la collina omonima (pri-a-màr, 'pietra sul mare') 1. Poco coinvolta in episodi bellici (da ricordare soprattutto l'assedio del dicembre 1746, durante la Guerra di Successione Austriaca), dopo l'annessione della Repubblica di Genova al Regno di Sardegna, la struttura venne adibita prima a carcere e poi – dai primi anni del Novecento – a deposito militare.
A partire dal 1880 circa – in relazione alle indicazioni presentate dalla Commissione di studio per la difesa dello Stato2 – il Regno d'Italia dette avvio alla realizzazione della cosiddetta 'piazza militare di Vado'. A Savona vennero edificate tre opere (batteria 'Madonna del Monte', batteria 'Madonna degli Angeli' e forte 'Ciuto'), le prime due a difesa della frontiera marittima e l'ultima – più arretrata – con funzione essenzialmente di copertura contro eventuali sbarchi. Se le batterie da costa presentano un aspetto tradizionale, con artiglierie in barbetta, forte Ciuto – di epoca lievemente posteriore – risente dei primi studi conseguenti alla comparsa dei nuovi proiettili dirompenti: alle tecniche costruttive classiche unisce così anche accorgimenti di nuova generazione, come la copertura in cemento e la presenza di alcuni cannoni in cupola corazzata.
Le opere della piazzaforte non ebbero mai occasione di entrare in azione: dopo l'ingresso dell'Italia nella Grande Guerra, vennero disarmate e i loro pezzi inviati al fronte.
La Commissione mista esercito-marina istituita nell'immediato dopoguerra per tracciare le nuove linee guida per la difesa marittima, nelle sue conclusioni relative al Mar Tirreno (aprile 1924), inserì genericamente la Riviera di Ponente quale 'zona di particolare importanza militare'. Tuttavia già nell'anno successivo il piano era stato pesantemente ridimensionato. Nel giugno 1940, la difesa costiera era affidata alla batteria AT.171, armata con quattro cannoni da 102/35. Erano presenti alcune postazioni minori, in funzione antisbarco. Le batterie contraeree presenti erano alle dipendenze della 2^ Legione M.A.C.A. (Milizia Artiglieria Contro Aerei, già M.Di.C.A.T.).
Dopo la proclamazione dell'armistizio, l'Organisation Todt provvide a rafforzare le difese esistenti: un muro antisbarco ed alcuni bunker vennero eretti lungo la spiaggia compresa fra le foci dei torrenti Quiliano e Letimbro. Altre opere controllavano il porto. Un caposaldo venne realizzato in località Bosco delle Ninfe/Valoria ed un altro all'interno della fortezza del Priamar.

Sinteticamente, le fortificazioni permanenti principali sono (da ovest ad est):
Batteria Madonna del Monte (Anno di costruzione: 1881 ca.; Armamento: quattro obici da 28 GRC Ret. in barbetta; Località: adiacenze via Nostra Signora del Monte; Altitudine: 162m.; Stato di conservazione: esistente);
Forte Ciuto (Anno di costruzione: 1885 ca.; Armamento: cannoni da 15 GRC Ret. in barbetta + due cannoni da 12 ARC Ret. su cupole girevoli + cannoni da 57 su torrette a scomparsa; Località: monte Ciuto, via alla Strà; Altitudine: 435m.; Stato di conservazione: esistente);
Batteria Madonna degli Angeli (Anno di costruzione: 1881 ca.; Armamento: sei obici da 28 GRC Ret. in barbetta; Località: adiacenze via Beata Badano; Altitudine: 159m.; Stato di conservazione: esistente; Modalità di accesso: visitabile);
Forte Priamar (Anno di costruzione: 1542/44; Località: piazza Priamar; Stato di conservazione: esistente; Proprietà: comunale; Modalità di accesso: visitabile; Note: Durante la Seconda Guerra Mondiale subì notevoli interventi da parte delle forze tedesche, al fine di trasformarlo in un caposaldo. Due 'tobruk' si trovano sul torrione dell'Angelo e altri due nell'area archeologica dell'antica cattedrale. All'interno del baluardo di San Paolo è stata ricavata una feritoia, con tiro fiancheggiante sulla spiaggia occidentale. Un'altra feritoia si trova all'incirca all'altezza della cosiddetta 'batteria del Comando', con tiro rivolto verso il mare).

Oltre alle postazioni realizzate al Priamar, in relazione al periodo bellico, si segnala (da ovest ad est):
● (Tipologia: postazione di controllo scoperta; Località: Zinola, via Quiliano; Stato di conservazione: esistente);
● (Anno di costruzione: 1944 ca.; Tipologia: bunker; Località: Zinola, via Nizza, all'interno di una villa abbandonata; Stato di conservazione: esistente);
● (Anno di costruzione: 1944 ca.; Tipologia: muro antisbarco con annessa postazione 'Rs'; Località: Zinola, spiaggia all'altezza di via Nizza, nei pressi di un distributore; Stato di conservazione: esistente);
● (Anno di costruzione: 1944 ca.; Tipologia: bunker per cannone; Località: Zinola, spiaggia all'altezza di via Nizza, all'interno di uno stabilimento balneare; Stato di conservazione: esistente);
● (Tipologia: bunker; Località: Zinola, spiaggia alla foce del rio Quattro Stagioni; Stato di conservazione: esistente);
● (Anno di costruzione: 1944 ca.; Tipologia: muro antisbarco; Località: Legino, spiaggia nelle adiacenze di villa Zanelli; Stato di conservazione: esistente);
● (Tipologia: muro antisbarco + bunker; Località: Legino, spiaggia all'altezza del supermercato 'Famila' di via Nizza; Stato di conservazione: esistente);
● (Anno di costruzione: 1944 ca.; Tipologia: bunker; Località: Legino, spiaggia nelle adiacenze di un campo sportivo; Stato di conservazione: esistente);
● (Anno di costruzione: 1944 ca.; Tipologia: muro antisbarco; Località: Fornaci, spiaggia all'altezza di via Cilea; Stato di conservazione: esistente);
● (Anno di costruzione: 1944 ca.; Tipologia: muro antisbarco; Località: Fornaci, spiaggia all'altezza di Corso Vittorio Veneto; Stato di conservazione: esistente);
● (Tipologia: bunker; Località: via Stalingrado, presso un centro sportivo del dopolavoro ferroviario; Stato di conservazione: esistente);
● (Tipologia: bunker; Località: Fornaci, foce del torrente Letimbro; Stato di conservazione: scomparso);
● (Tipologia: bunker-ricovero; Località: adiacenze via Vittime di Brescia, lungo il torrente Letimbro; Stato di conservazione: esistente);
● (Anno di costruzione: 1944 ca.; Tipologia: bunker per cannone; Località: adiacenze forte Priamar, 'sotto' la passeggiata Trento e Trieste; Stato di conservazione: esistente);
● (Anno di costruzione: 1944 ca.; Tipologia: ricovero in galleria a doppio ingresso; Località: Bosco delle Ninfe, al termine di via Loreto Nuova; Stato di conservazione: esistente);
● (Tipologia: bunker in caverna; Località: punta Margonara, nelle adiacenze della foce del rio; Stato di conservazione: esistente).

Per quanto riguarda le opere di protezione antiaerea, si segnala:
Ricovero pubblico (Tipologia: rifugio in galleria; Località: ingressi in via San Lorenzo e via Barrili);
Ricovero pubblico (Tipologia: rifugio in galleria; Località: ingresso in via Famagosta);
Ricovero pubblico (Tipologia: rifugio in galleria; Località: ingressi in via Firenze e – probabilmente – via Schiantapetto);
Ricovero pubblico (Tipologia: rifugio in galleria; Località: Bassa Villetta, con ingressi in via Ottaviano; Stato di conservazione: scomparso; Note: demolito in occasione della realizzazione di un parcheggio).

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1 La sua costruzione comportò la demolizione della maggior parte dei preesistenti edifici, civili e religiosi. Vennero mantenuti il castello di Santa Maria (oggi Palazzo della Loggia) e il castello di San Giorgio (distrutto nel 1648 a causa dell'esplosione della polveriera). Nel corso dei due secoli successivi, numerosi interventi alterarono la configurazione originaria della fortezza. Il baluardo di 'Santa Teresa' è del 1591/1610. Agli anni 1683/86 risalgono i baluardi di 'San Bernardo' e di 'San Francesco', la falsabraga del baluardo di 'Santa Caterina' e i rivellini 'San Giorgio', 'Santissima Concezione' e 'Santa Barbara', oltre a strade coperte e spalti. La tenaglia del posto 'San Paolo' e alcuni nuovi ambienti (la polveriera, la cisterna sotterranea e il palazzo della Sibilla) vennero realizzati intorno al 1729/1730 Agli anni successivi sono datati il palazzo del Commissario, il palazzo degli Ufficiali, il ponte San Giorgio e la controguardia 'San Tommaso'. Nella seconda metà dell'Ottocento le opere esterne vennero demolite per esigenze civili.
2 'Sistemazione delle fortificazioni di Altare e della rada di Vado secondo le proposte delle Commissioni rispettivamente presiedute dai Generali Ricotti e Longo, sostituendo però all'opera proposta a Cadibona un'opera al monte Giuto, la quale batta il terreno su cui avrebbe dovuto sorgere quella, protegga da rovescio le opere della rada di vado e colleghi queste opere colle fortificazioni di Altare' Lettera del ten. gen. Luigi Mezzacapo al ministro della Guerra Emilio Ferrero in data 20 dicembre 1881 e relativa alle conclusioni della sessione di novembre-dicembre della Commissione di Studio per la Difesa dello Stato, citata in: GABRIELE Mariano, La frontiera nord dall'unità alla Grande Guerra (1861-1915). Piani e studi operativi italiani verso la Francia durante la Triplice Alleanza, Roma, USSME, 2005, pag. 406).

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