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Uno sguardo sulle fortificazioni italiane in età contemporanea

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Lonate Pozzolo (VA)

Nel 1916 l'Esercito italiano iniziò la preparazione di un'area destinata all'impiego aeronautico in quella parte della brughiera lonatese sita fra Tornavento (a nord-ovest) e Cascina Cornarina (a sud-est): oltre al disboscamento del terreno si procedette al parziale colmaggio del 'fosso del Panperduto'. L'aeroporto divenne operativo verso la fine del 1917 e fu destinato a campo scuola. Nell'immediato dopoguerra fu parzialmente smobilitato e adibito a deposito di velivoli.
Con la costituzione dell'Aeronautica in arma autonoma (R. decreto 28 marzo 1923 n. 645) il campo fu riattato e destinato a sede di reparti da bombardamento e da caccia1. In contemporanea si procedette alla realizzazione di un'apposita aerea di addestramento per i piloti bombardieri utilizzando parte della superficie ubicata fra i campi di Malpensa e di Lonate2.
L'aeroporto – definito da D'Annunzio nel 1926 'della Promessa' – venne ulteriormente ampliato negli Anni Trenta sia nelle infrastrutture che nei reparti di volo3. Nei primi anni di guerra fu base di reparti di tuffatori oltre che di caccia e di bombardieri4.
Dopo la proclamazione dell'armistizio da parte del Regno d'Italia, l'Organisation Todt si incaricò di migliorare le condizioni di sicurezza della base. Gli aerei ivi operanti5 vennero dispersi e ricoverati in appositi paraschegge. Questi ultimi erano connessi ad un esteso sistema di vie di raccordo che li collegava con le piste di lancio. Alle piste già esistenti, se ne aggiunse una nuova a nord di via Molinelli, in cemento con orientamento est-ovest. Per proteggere il personale vennero scavate trincee, costruiti bunker e ricoveri.
L'attività bellica fu intensa e numerose furono le 'attenzioni' da parte degli aerei Alleati.
Col ritorno alla pace molte strutture vennero abbattute: in particolare numerosi paraschegge che occupavano terreni prima adibiti a funzioni agricole. Anche l'aeroporto della Promessa subì un triste destino: al momento di decidere quale campo d'aviazione nel gallaratese riattare per le esigenze civili, la scelta cadde su Malpensa in quanto già dotata di pista in cemento. La notevole vicinanza con Lonate sconsigliò il riutilizzo di quest'ultimo da parte dell'Aeronautica Militare, e così l'area venne presa in gestione dall'Esercito Italiano che se ne servì come aerea addestrativa, dal 1954 fino all'abbandono nei primi anni Novanta.
La brughiera ha comunque conservato numerose opere risalenti all'ultimo conflitto, ed alcune di esse sono state valorizzate dal Parco del Ticino che ha provveduto ad inserire cartelli esplicativi. Percorrendo la strada del Gaggio, è possibile osservare alcuni trinceramenti oltre ai resti di una cucina da campo, di un lavatoio e di servizi igienici. La stessa via incrocia tre delle vecchie piste di raccordo. Le prime due – con orientamento nord-sud – sono facilmente identificabili, la terza invece è quasi completamente scomparsa e parte di quanto rimane è ora adibita a parcheggio di cascina Parravicino (già dogana austriaca ed ora Centro Parco del Ticino). Da segnalare – in prossimità della cosiddetta 'seconda pista di raccordo' – un'esposizione di bombe da esercitazione o altri reperti trovati in loco.
Attualmente sopravvivono complessivamente almeno sedici grandi paraschegge, di cui la metà nell'area compresa fra via Molinelli e via Vittorio Veneto. I rimanenti si trovano fra via Francia e via XXIV Maggio, lungo via Adamello, in via Papa Giovanni XXIII e presso il depuratore di Sant'Antonino6. Oltre ai ricoveri per gli aerei, sono rinvenibili in brughiera anche altre opere: paraschegge più piccoli, vasche di cemento per l'acqua, magazzini seminterrati, ricoveri sotterranei e postazioni di controllo, queste ultime adiacenti a cascina Semprevento.
Alla cosiddetta 'Linea del Ticino' sono riconducibili alcune trincee presenti lungo il sentiero che dal Centro Parco conduce alla cascina Maggia, oltre che un bunker in località Tornavento, inglobato in una villa presso il ponte sul canale Villoresi.
La sintesi di una relazione comunale sulla situazione di Lonate Pozzolo nell'immediato dopoguerra si può leggere sul seguente sito: www.fmboschetto.it/Lonate_Pozzolo/Gruppo_Aviatori.htm. Un'altra pagina dello stesso presenta l'immagine di alcuni ricoveri antiaerei militari in cemento, ora scomparsi e siti nel terreno dove sorgono le scuole medie 'Carlo Carminati' (www.fmboschetto.it/Lonate_Pozzolo/storia_recente.htm).

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1 7° Stormo Bombardamento Notturno e 1° Stormo Caccia Terrestre.
2 Un apposito decreto mirante a porre le basi per la miglioria delle strutture aeronautiche esistenti in brughiera venne emanato nel 1925. Esso dichiarava di pubblica utilità gli espropri 'per la definitiva costituzione di campi di aviazione quali: Campo della Malpensa in territorio di Somma Lombardo e Cardano al Campo, Campo di Cascina Costa in territorio di Samarate, Campo di Bombardamento in territorio del comune di Lonate Pozzolo e Ferno, Campo di Lonate Pozzolo del comune di Lonate Pozzolo, Castano Primo e Nosate' (R. decreto 12 marzo 1925). Sul predetto campo da bombardamento vennero costruiti alcuni bersagli. A testimonianza dell'uso dell'area a tale fine, in via Molinelli è possibile osservare un 'campanile' di cemento impiegato per l'osservazione dei punti di caduta delle bombe da esercitazione.
3 Al 7° Stormo Bombardamento Terrestre si aggiunse il 13°, sostituito – nel luglio 1938 – dal 5° Stormo Assalto.
4 Nel luglio 1943 erano presenti: 43° Stormo Bombardamento Terrestre, 121° Gruppo Tuffatori, 60° Gruppo Intercettori, 101° Gruppo Assalto. Nei giorni precedenti l'armistizio, oltre al 60° Gruppo Intercettori erano presenti il 99° Gruppo Bombardamento Terrestre e il 50° Stormo Assalto.
5 1° Gruppo Autonomo Aerosiluranti 'Carlo Emanuele Buscaglia' (poi rinominato 'Carlo Faggioni') e – dal gennaio 1945 – 1° Gruppo Caccia 'Asso di Bastoni'.
6 Si tratta di opere in terra, con pianta a 'C' o, più raramente, semicircolare; talvolta hanno il terrapieno centrale rinforzato da una soletta in cemento. Uno di essi, sito nei pressi della confluenza fra via Gaggio e la cosiddetta 'seconda pista di raccordo', presenta la caratteristica di avere parte del terrapieno centrale interamente in cemento. Di particolare interesse – solo dal punto di vista storico – è il paraschegge presente in via Papa Giovanni XXIII. Secondo quanto riportato da testimonianze locali, esso ospitava uno dei tre Arado 234 del Kommando Sommer, che effettuarono alcuni voli di ricognizione nelle fasi finali del conflitto (marzo/aprile 1945).

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