In conseguenza delle incursioni Alleate del 14 giugno 1940 e del 9 febbraio 1941, il Regio Esercito decise di rafforzare la difesa costiera con alcuni cannoni da 381mm giacenti nei depositi militari, costruiti venticinque anni prima in previsione della loro installazione sulle mai completate corazzate della classe 'Caracciolo'1.
Delle due batterie progettate e costruite, una (la 250^ Batteria R.E.) ebbe sede ad Arenzano, in località Punta San Martino (Capo Panaggi o Panagio). Come l'analoga di Monte Moro, era costituita da una torre binata girevole, con locali di servizio e polveriera scavati nella roccia. La batteria divenne operativa nell'estate 1942 ma non ebbe mai occasione di intervento. Pesantemente danneggiata da bombardamenti aerei Alleati, venne smantellata dopo la fine del conflitto e attualmente il pozzo della torre è stato trasformato nella piscina circolare di un albergo.
Fra le fortificazioni ancor oggi esistenti, è segnalata di presenza di due bunker in 'Pineta' e di alcune piazzole per cannoni antisbarco in località Terralba. Del muro antisbarco costruito dalla Todt sopravvive solo un breve tratto. Un bunker-osservatorio si trova sulle appendici collinari all'estremità orientale del Comune, in località Terrarossa: è raggiungibile percorrendo per circa mezz'ora un strada in salita – prima asfaltata e poi sterrata – che inizia lungo la Via Aurelia, di fronte ad un campeggio.
In relazione alla protezione antiarea civile, si segnala un ricovero in galleria in loc. Lisuolo, nei pressi di via Pecorara.
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1 Le quattro dreadnought della classe 'Caracciolo' ('Francesco Caracciolo', 'Cristoforo Colombo', 'Marcantonio Colonna' e 'Francesco Morosini') avrebbero dovuto avere un armamento principale composto da otto cannoni da 381/40. Vennero impostate durante la Prima Guerra Mondiale, nel periodo della neutralità italiana. La loro costruzione venne sospesa nel marzo 1916. |
