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Uno sguardo sulle fortificazioni italiane in età contemporanea

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Venezia e isole minori della laguna

Una visita a Venezia non dovrebbe esimere dalla visita al celebre Arsenale. Qui vennero costruite le galee che fecero della Serenissima Repubblica una delle grandi potenze navali del Mediterraneo.
Il nucleo originario risale probabilmente ai primi anni del XIII secolo e comprendeva ventiquattro scali (dodici per parte) posti attorno ad una darsena, nella zona oggi conosciuta come 'Arsenale Vecchio'. Due torri ne proteggevano l'ingresso ed essa era collegata al Canal Grande tramite uno stretto passaggio. A partire dalla prima metà del Trecento e fino a tutto il XVI secolo, l'espansione non conobbe sosta seguendo un percorso all'incirca in senso antiorario. All'Arsenale vecchio, seguirono il 'Nuovo' e poi il 'Nuovissimo' con tutti i loro scali, laboratori e magazzini. Ulteriori ampliamenti portarono, nel 1539, all'incorporamento dell'area a nord-ovest (già convento della Celestia), prima adibita a reparto polveri e poi – dopo un'esplosione – alla costruzione delle galeazze. La conformazione rimase tale – a grandi linee – fino alla seconda metà dell'Ottocento, quando la Regia Marina effettuò consistenti interventi di adeguamento (fra essi, nel 1875, lo smantellamento dell'isolotto che separava l'arsenale nuovo da quello nuovissimo creando un unico spazio).
Se si esclude l'Arsenale (e le opere erette a protezione del ponte ferroviario e della stazione), il nucleo veneziano in senso stretto è privo di installazioni militari. Per assicurare la difesa fronte mare era sufficiente assicurare la copertura delle bocche di porto della laguna. Notevoli sforzi in questo senso vennero compiuti nel Cinquecento. Forte Sant'Andrea (sull'isola omonima) e forte San Nicolò del Lido chiudevano la bocca di porto di San Nicolò. L'ottagono San Pietro (e – dal secolo successivo – anche i forti Alberoni e San Pietro) batteva la bocca di porto di Malamocco, mentre gli ottagoni Alberoni, Campana e Poveglia controllavano i canali interni accedibili da esso. All'estremità meridionale della laguna, forte San Felice e l'ottagono Caroman proteggevano la bocca di porto di Chioggia.
Per la costituzione di una cintura difensiva rivolta verso la terraferma bisognerà attendere gli ultimi anni del Settecento, quando la Serenissima Repubblica posizionò in laguna sette batterie su piattaforma palafitticola in chiave anti-francese (Fisolo, Poveglia, Podo, Campalto, Tessera, Carbonera, Buel del Lovo), volte a battere i canali interni.
Il dispositivo ereditato dai Veneziani venne notevolmente potenziato nei tre lustri successivi alla pace di Campofomio (17 Ottobre 1797) tanto da trasformare il sistema lagunare in un vero campo trincerato.
Gli Austriaci, durante la loro prima dominazione, prestarono particolare attenzione alle difese fronte terra. Ridotti, trinceramenti e batterie vennero realizzati sul fianco meridionale della laguna: lungo l'Adige e il Brenta o a protezione della bocca di porto di Chioggia. Sul fianco occidentale si iniziò la costruzione di due opere a Marghera e a Fusina e si riutilizzò il sistema di batterie su palafitte. Lo sbarramento dei canali lagunari venne completato con il trinceramento di numerose isole (Poveglia, Sant'Angelo della Polvere, San Giorgio in Alga, San Giacomo in Paludo, San Secondo, Madonna del Rosario). Lo stesso nucleo urbano di Venezia venne fortificato con alcune batterie poste a Santa Chiara, San Giorgio Maggiore, San Cristoforo e al Bersaglio. Postazioni di artiglieria vennero realizzate sulle isole settentrionali: Mazzorbo, Burano e Torcello. Sul fronte mare vennero sbarrate le bocche di porto di Sant'Erasmo e di Tre Porti1. Un ridotto alle Vignole ('Garzina') venne eretto in appoggio di forte Sant'Andrea.
I Francesi proseguirono nell'opera di militarizzazione della laguna. Vennero adattati a scopi militari numerose proprietà della Chiesa confiscate2. I canali interni vennero sbarrati con gli ormai tradizionali sistemi delle batterie palafitticole o delle isole fortificate (Sant'Angelo della Polvere, San Giorgio in Alga, San Giuliano, San Secondo, Lazzaretto Nuovo, San Francesco del Deserto, Madonna del Rosario, Monte dell'Oro). La frontiera marittima nord-orientale vennero rafforzata attraverso l'erezione di ridotti nelle isole di Sant'Erasmo (due) e di Crevan, e nei litorali del Cavallino e di Cortellazzo (ora noto come litorale di Jesolo). Altre opere vennero realizzate sul Lido (a Terre Perse) e a Pellestrina (a San Pietro in Volta). Particolarmente imponenti furono i lavori sui forti di Cavanella d'Adige, Brondolo e Marghera.
La seconda dominazione austriaca lasciò l'assetto sostanzialmente invariato fino ai moti del 1830-1831 ed alla instaurazione di un governo liberale in Francia. La rottura dell'ordine esistente (la cosiddetta Santa Alleanza) portò infatti alla convocazione di una Commissione incaricata di redigere un piano difensivo3. A partire dagli anni Trenta dell'Ottocento – con la pausa forzata dovuta ai moti del 1848-1849 – vennero così realizzate una batteria casamattata sul Lido ('Quattro Fontane') e un forte a Treporti (in sostituzione del presistente ridotto). Numerose opere esistenti vennero aggiornate tramite l'edificazione di caserme difensive (forte San Pietro), di blockhaus (batteria San Pietro in Volta, forte Brondolo, ridotti Crevan, Sant'Erasmo Vecchio e Nuovo) o di torri 'massimiliane' (forte Sant'Erasmo). Anche il nuovo ponte ferroviario sulla laguna venne predisposto per la difesa già in fase progettuale.
A partire dalla fine degli anni Cinquanta il sistema difensivo venne notevolmente potenziato, prima in previsione della incombente guerra austro-franco-piemontese e poi per effetto del suo esito. L'armistizio di Villafranca e la successiva pace di Zurigo (10 novembre 1859) avevano infatti modificato profondamente la geografia italiana facendo del Veneto una regione di confine. Alle questioni politico-strategiche si sommavano anche i recenti sviluppi tecnologici (in particolare la comparsa dell'artiglieria ad anima rigata), che rendevano urgente la predisposizione di adeguate contromisure. Anche il panorama marittimo era mutato in quanto la navigazione a vapore – ormai in piena affermazione – e la comparsa delle navi corazzate4 alteravano non solo la guerra navale ma anche quella controcosta.
Il fronte terra mantenne l'impianto precedente. Otto isolotti artificiali fortificati (Fisolo, Poveglia, Podo, Tresse, Campalto, Tessera, Carbonera, Buel del Lovo) presidiavano i canali che ancora durante la cosiddetta Seconda Guerra d'Indipendenza erano battuti da opere su palafitte: i loro perimetri vennero impostati in senso poligonale, come quello dell'isola di San Secondo. Le vie lagunari di accesso da nord (e le isole di Torcello e Burano) vennero protette dal ridotto Mazzorbo e da tre batterie sorte durante il breve periodo della Repubblica di San Marco ('Penigo', 'Pieretto' e 'Sant'Antonio'). Sul fianco meridionale si intervenne con il rimaneggiamento di forte 'Brondolo'. Il fronte mare – giudicato anch'esso insidioso – venne rafforzato effettuando lavori di adeguamento alle batterie costiere che erano state erette rapidamente nel 1859, al Lido ('Rocchetta', 'San Leonardo', 'Malamocco', 'Casa Bianca' e 'Santa Maria Elisabetta') e a Pellestrina ('Santo Stefano').
Il sistema di fortificazioni venne ereditato dal Regno d'Italia nel 1866 senza avere occasione di essere messo alla prova. Esso venne ritenuto adeguato (o comunque non bisognoso di interventi prioritari) dalla prima Commissione preposta ad indirizzare la politica di difesa5. Successivamente – pur nell'attenzione predominante verso la frontiera occidentale – la questione della protezione della piazza marittima di Venezia venne affrontata con la creazione di un campo trincerato. A partire dal 1883 vennero così realizzati tre forti lungo la cintura mestrina ('Gazzera', 'Carpenedo' e 'Tron'). La difesa fronte mare venne aggiornata con la costruzione di due nuove batterie ('Casabianca' al Lido e 'San Pietro' a Pellestrina), e con la creazione di postazioni di artiglieria in barbetta nei forti lidensi di San Nicolò e Alberoni.
I notevoli sviluppi della tecnologia militare – di offesa e di difesa – che si ebbero a partire dalla seconda metà del XIX Secolo resero obsolete anche le opere appena realizzate. Nei primi anni del Novecento – all'interno degli stanziamenti previsti per la frontiera orientale – l'intera cintura difensiva venne completamente rinnovata.
Riguardo il fronte terra vennero eretti sei nuovi forti – in cemento con armamento in cupola – disposti a corona in posizione più esterna rispetto a quelli precedenti ('Poerio', 'Sirtori', 'Mezzacapo', 'Cosenz', 'Rossarol' e 'Pepe'). Sul fronte mare nuove opere con armamento in barbetta o in cupola vennero edificate al Lido ('Venier', 'Bragadin', 'Emo' e 'Morosini') e a Pellestrina ('Dandolo', 'Marco Polo', 'Manin' e 'Barbarigo'). La superiore gittata dei cannoni suggerì anche la fortificazione del litorale del Cavallino, su cui vennero edificate tre batterie ('Vettor Pisani', 'San Marco' e 'Radaelli'). Il litorale di Sottomarina, come tutto il fianco sud lagunare, venne giudicato meno minacciato e venne difeso da un'unica opera ('Penzo').
Quasi tutte le isole lagunari interne cessarono di avere importanza bellica, alcune vennero radiate ed altre adattate a polveriere o ad installazioni militari di vario tipo6. Tornarono ad avere importanza durante i due conflitti mondiali, come sedi di postazioni contraeree7.

Oltre alle opere di protezione antiaerea erette all'interno dell'arsenale8, l'unico manufatto relativo al periodo 1940-1945 presente nel nucleo urbano di Venezia è:
● bunker-ricovero in Sestiere San Marco, presso i Giardini Reali.

Attualmente numerose isole all'interno della laguna conservano resti delle fortificazioni ivi realizzate. Purtroppo molte si presentano in forte degrado e oltretutto non sono di facile visita.

Sinteticamente, i punti fortificati o le installazioni militari realizzati nelle isole minori della laguna sono (all'incirca da sud-ovest a nord-est) 9:
Ottagono Caroman (già Octagon Caroman, F.P. 20) (Anno di costruzione: 1571-1574 ca.; Tipologia: opera chiusa a tracciato ottagonale regolare. Perimetro prospiciente la laguna; Località: laguna sud; Stato di conservazione: cattivo; Proprietà: Demanio dello Stato; Uso attuale: non utilizzato; Modalità di accesso: non visitabile);
Ottagono San Pietro (già Octagon S. Pietro, F.P. 23) (Anno di costruzione: 1571-1574 ca.; Tipologia: opera chiusa a tracciato ottagonale regolare. Perimetro prospiciente la laguna; Località: laguna sud; Stato di conservazione: cattivo; Proprietà: privata; Uso attuale: non utilizzato; Modalità di accesso: non visitabile);
Ottagono Alberoni (già Octagon Alberoni, F.P. 25) (Anno di costruzione: 1571-1574 ca.; Tipologia: opera chiusa a tracciato ottagonale regolare. Perimetro prospiciente la laguna; Località: laguna centrale; Stato di conservazione: mediocre; Proprietà: privata; Uso attuale: residenziale; Modalità di accesso: non visitabile);
Ottagono Campana (o Ottagono Malamocco, o Ottagono Dimenticato) (già Octagon Malamocco, F.P. 26) (Anno di costruzione: 1571-1574 ca.; Tipologia: opera chiusa a tracciato ottagonale regolare. Perimetro prospiciente la laguna; Località: laguna centrale; Stato di conservazione: cattivo; Proprietà: Demanio dello Stato, in concessione alla soprintendenza archeologica; Uso attuale: non utilizzato; Modalità di accesso: non visitabile);
Ottagono Poveglia (già Fort de Poveglia) (già Octagon Poveglia, F.P. 30) (Anno di costruzione: 1380 ca.; Tipologia: opera chiusa a tracciato ottagonale regolare. Perimetro prospiciente la laguna; Località: laguna centrale; Stato di conservazione: cattivo; Proprietà: Demanio dello Stato, in concessione al CTS; Uso attuale: non utilizzato; Modalità di accesso: non visitabile; Note: nell'isola è documentata la presenza – a partire dalla seconda metà del Cinquecento – di un 'casello delle polveri');
Polveriera del Lazzaretto Vecchio (Anno di costruzione: seconda metà dell'Ottocento; Località: isola di Lazzaretto Vecchio; Proprietà: Demanio dello Stato; Uso attuale: non utilizzato, canile; Modalità di accesso: non visitabile; Note: fin dalla prima metà del XV Secolo l'isola – composto da due isolotti adiacenti – venne utilizzata come lazzaretto. E' però documentata la presenza – a partire dalla seconda metà del Cinquecento – di un 'casello delle polveri'. In epoca imprecisata – a partire dalla seconda metà dell'Ottocento – vi si insediarono i militari, che demolirono parte degli edifici presenti e utilizzarono l'area come polveriera. Il presidio venne abbandonato nel 1965);
Polveriera di Santo Spirito (già Insel S. Spirito, F.P. 32) (Tipologia: polveriera per il tempo di pace; Armamento (novembre 1918): quattro cannoni da 76/40; Località: isola di Santo Spirito; Proprietà: privata; Modalità di accesso: non visitabile; Note: fin dalla prima metà del XII Secolo l'isola ebbe destinazione conventuale. E' però documentata la presenza – a partire dalla seconda metà del Cinquecento – di un 'casello delle polveri', oggi scomparso. Nei primi anni dell'Ottocento vi si insediarono i militari, che demolirono gran parte degli edifici presenti. Almeno dai primi anni del Novecento era adibito a polveriera alla prova. Durante la Prima Guerra Mondiale divenne sede di una batteria contraerea);
Isola di San Clemente (già Insel S. Clemente, F.P. 33) (Località: isola di San Clemente; Note: fin dalla prima metà del XII Secolo l'isola ebbe destinazione religiosa. E' però documentata la presenza – a partire dal Cinquecento – di un 'casello delle polveri', andato perduto. Nei primi anni dell'Ottocento vi si insediarono i militari. Nel 1858 cominciarono i lavori di edificazione di un manicomio femminile, che comportò la demolizione di gran parte degli edifici presenti);
Isola La Grazia (già Insel La Grazia, F.P. 42) (Località: isola di Santa Maria della Grazia (o delle Grazie); Proprietà: privata; Uso attuale: non utilizzato; Modalità di accesso: non visitabile; Note: fin dalla seconda metà del XIII Secolo l'isola ebbe destinazione religiosa. Nei primi anni dell'Ottocento vi si insediarono i militari, che demolirono gran parte degli edifici presenti. Durante i moti del 1848-1849 vi venne realizzata una fabbrica di polvere da sparo, che subì due deflagrazioni. Agli inizi del Novecento vi venne istituito un convalescenziario per pazienti colpiti da malattie infettive);
Batteria lagunare Fisolo (o Forte di Sotto) (già Batterie Fisolo, F.P. 27) (Anno di costruzione: 1860-1864 ca.; Tipologia: opera in terra. Tracciato simmetrico a lunetta poligonale, con gola aperta. Perimetro prospiciente la laguna; Armamento (aprile 1913): quattro cannoni da 87; Località: isola Fisolo; Stato di conservazione: cattivo; Proprietà: privata; Uso attuale: non utilizzata; Modalità di accesso: non visitabile; Note: sita su un'isola artificiale appositamente creata tramite terreno di riporto. L'area era in precedenza presidiata da una batteria su palafitte, edificata a partire dal 1797);
Batteria lagunare Poveglia (o Forte di Mezzo) (già Batterie Poveglia, F.P. 28) (Anno di costruzione: 1860-1864 ca.; Tipologia: opera in terra. Tracciato simmetrico a lunetta poligonale, con gola aperta. Perimetro prospiciente la laguna; Armamento (novembre 1918): quattro cannoni da 76/40; Località: isola ex Poveglia; Stato di conservazione: cattivo; Proprietà: privata; Uso attuale: non utilizzata; Modalità di accesso: non visitabile; Note: sita su un'isola artificiale appositamente creata tramite terreno di riporto. L'area era in precedenza presidiata da una batteria su palafitte, edificata a partire dal 1797. Almeno dai primi anni del Novecento era adibita a deposito di esplosivi);
Batteria lagunare Podo (o Campana, o Forte di Sopra) (già Batterie Podo, F.P. 29) (Anno di costruzione: 1860-1864 ca.; Tipologia: opera in terra. Tracciato simmetrico a lunetta poligonale, con gola aperta. Perimetro prospiciente la laguna; Località: isola Podo; Stato di conservazione: cattivo; Proprietà: privata; Uso attuale: non utilizzata; Modalità di accesso: non visitabile; Note: sita su un'isola artificiale appositamente creata tramite terreno di riporto. L'area era in precedenza presidiata da una batteria su palafitte, edificata a partire dal 1797. Durante la Prima Guerra Mondiale venne adibita a postazione contraerea);
Forte Sant'Angelo della Polvere (già Redoute de St. Angelo della Polvere) (già Fort S. Angelo della Polvere, F.P. 34) (Tipologia: isola fortificata. Tracciato a poligono irregolare. Terrapieno lungo tutto il perimetro, prospiciente la laguna. Blockhaus centrale; Località: isola di Sant'Angelo della Polvere; Stato di conservazione: mediocre; Proprietà: Demanio dello Stato; Uso attuale: non utilizzato; Modalità di accesso: non visitabile; Note: fin dalla seconda metà del Cinquecento l'isola ebbe destinazione militare, venendo adibita a deposito della polvere da sparo. Nell'agosto 1689 un fulmine provocò una deflagrazione che distrusse gran parte degli edifici presenti. Abbandonata per alcuni decenni, a partire dalla fine del Settecento vi si insediarono i militari, che utilizzarono l'isola come sede di batterie. Durante il Regno d'Italia vi vennero edificate due strutture separate da terrapieni, ancora esistenti ed adibite a deposito munizioni);
Forte San Giorgio in Alga (già Batterie de St. Gorge in Alga) (già Fort S. Giorgio in Alga, F.P. 36) (Anno di costruzione: periodo Regno Italico; Tipologia: isola fortificata. Tracciato a quadrilatero irregolare. Muro merlato lungo tutto il perimetro, prospiciente la laguna. Terrapieno lungo il fronte d'attacco. Torre di osservazione centrale; Armamento (novembre 1918): sei cannoni da 102/35; Località: isola di San Giorgio in Alga; Stato di conservazione: cattivo; Proprietà: Comune di Venezia; Note: fin dall'XI Secolo l'isola ebbe destinazione conventuale. Il sito venne presidiato da batterie veneziane, austriache e francesi a partire dal 1797. Nei primi anni dell'Ottocento i militari napoleonici demolirono gran parte degli edifici presenti. Durante le due guerre mondiali fu sede di una batteria contraerea);
Batteria lagunare Tresse (già Batterie Tresse, F.P. 39a) (Anno di costruzione: 1860-1864 ca.; Tipologia: opera in terra. Tracciato simmetrico a lunetta poligonale, con gola aperta. Perimetro prospiciente la laguna; Armamento (novembre 1918): quattro cannoni da 76/40; Località: isola di Trezze; Stato di conservazione: scomparso; Proprietà: Demanio dello Stato, in concessione a Italgas; Uso attuale: impianto tecnologico; Modalità di accesso: non visitabile; Note: sita su un'isola artificiale appositamente creata tramite terreno di riporto. L'area era in precedenza presidiata da una batteria su palafitte, edificata almeno dal 1859. Durante la Prima Guerra Mondiale venne adibita a postazione contraerea);
Isola di San Giorgio Maggiore (già Insel S. Giorgio Maggiore, F.P. 41a);
Isola di Sant'Elena (già Insel S. Elena, F.P. 43);
Venezia (già Stadt Venedig, F.P. 41);
Forte della Stazione (o Fortino di Santa Lucia) (già Bahnhof, F.P. 41b) (Anno di costruzione: 1861; Tipologia: parapetto terrapienato aperto munito di ridotto casamattato per artiglieria; Località: Venezia, sestiere Cannaregio; Stato di conservazione: buono; Proprietà: Demanio dello Stato; Uso attuale: infrastruttura stradale, basamento del ponte della Libertà; Modalità di accesso: non visitabile);
Batteria del Ponte (già Batterie Piazzale, F.P. 39) (Anno di costruzione: 1846; Tipologia: parapetto terrapienato aperto per artiglieria; Località: Venezia; Stato di conservazione: buono; Proprietà: Demanio dello Stato; Uso attuale: infrastruttura stradale e area monumentale; Note: A seguito della costruzione del ponte stradale, una parte della batteria venne inglobata nel ponte stesso mentre l'altra ospita un monumento in ricordo dei moti del 1848-1849);
Batteria dell'Anconetta (già Insel Anconetta, F.P. 37b) (Anno di costruzione: prob. 1848; Località: isola dell'Anconetta; Stato di conservazione: scomparsa);
Ridotto di San Giuliano (già Redoute de la Palada de S. Giulian) (Anno di costruzione: periodo Regno Italico; Località: isola di San Giuliano; Stato di conservazione: scomparso; Note: distrutto durante i moti del 1848-1849);
Polveriera della Certosa (già Insel La Certosa, F.P. 44) (Località: isola della Certosa; Proprietà: Demanio dello Stato, in concessione al Comune di Venezia; Note: fin dalla fine del XII Secolo l'isola ebbe destinazione conventuale. E' però documentata la presenza – a partire dalla seconda metà del Cinquecento – di un 'casello delle polveri', ancora esistente. Nei primi anni dell'Ottocento vi si insediarono i militari, che demolirono gli edifici presenti e utilizzarono l'area come polveriera. Ancora nel primo Novecento l'isola era utilizzata come deposito di esplosivi);
Forte Sant'Andrea (già Castell S. Andrea, F.P. 46) (Anno di costruzione: 1543-1571 ca.; Tipologia: batteria aperta a tracciato simmetrico. Perimetro protetto da fossato sul fronte di gola e prospiciente la laguna sugli altri fianchi. Lunetta sul fronte di gola; Località: isola di Sant'Andrea; Stato di conservazione: buono; Proprietà: Demanio dello Stato; Modalità di accesso: su prenotazione; Note: sito precedentemente presidiato da un castello risalente agli inizi del XV Secolo. Il forte venne munito di lunetta intorno agli anni 1646-1650 e rimaneggiato durante il periodo napoleonico);
Batteria Garzina (già Redoute de Garzigna) (già Redoute Garzin, F.P. 47) (Anno di costruzione: prima dominazione austriaca; Località: isola delle Vignole; Stato di conservazione: scomparso);
Ridotto Filippini (già Redoute de S. Philippe) (già Redoute Filippini, F.P. 48) (Anno di costruzione: prima dominazione austriaca; Località: isola delle Vignole; Stato di conservazione: trasformato in villa; Proprietà: privata; Uso attuale: residenziale; Modalità di accesso: non visitabile; Note: Almeno dai primi anni del Novecento era adibito a polveriera);
Forte Lazzaretto (già Batterie du Lazzaretto Nuovo) (già Insel Lazzaretto Nuovo, F.P. 60) (Anno di costruzione: prima dominazione austriaca; Tipologia: isola fortificata; Località: isola del Lazzaretto Nuovo; Stato di conservazione: buono; Proprietà: Demanio dello Stato, in gestione all'Ekos Club; Uso attuale: manifestazioni culturali; Modalità di accesso: su prenotazione; Note: fin dalla seconda metà del XV Secolo l'isola venne utilizzata come lazzaretto. E' però documentata la presenza – a partire dalla seconda metà del Cinquecento – di due 'caselli delle polveri', ancora esistenti. A partire dalla fine del Settecento vi si insediarono i militari, che ristrutturarono gli edifici presenti, fortificarono l'isola e utilizzarono l'area come polveriera. Il perimetro esterno venne rafforzato tramite l'erezione di tamburi. La dismissione risale al 1975);
Isola di San Francesco del Deserto (già Batterie de S. Francois du Desert) (già Insel S. Francesco del Deserto, F.P.65) (Anno di costruzione: prima dominazione austriaca; Località: isola di San Francesco del Deserto; Proprietà: privata; Uso attuale: non utilizzato; Modalità di accesso: non visitabile; Note: fin dalla prima metà del XIII Secolo l'isola ebbe destinazione conventuale. A partire dalla fine del Settecento vi si insediarono i militari, che utilizzarono l'area come polveriera e come sede di batterie. Il 23 Dicembre 1856 l'imperatore d'Austria donò l'area alla Chiesa che la affidò ai frati Francescani Minori);
Ridotto Crevan (già Redoute Crevan, F.P. 66) (Anno di costruzione: 1811-1814; Tipologia: opera chiusa a tracciato poligonale irregolare. Perimetro protetto in parte da fossato e in parte prospiciente la laguna. Fronte di gola rientrante. Ridotto centrale a pianta trilobata; Armamento (aprile 1913): sei cannoni da 87; Località: isola di Crevan; Stato di conservazione: buono; Proprietà: privata; Uso attuale: residenza; Modalità di accesso: non visitabile; Note: Munito di blockhaus intorno agli anni 1832-1842);
Isola di Murano (già Stadt Murano, F.P. 49) (Armamento (novembre 1918): sei cannoni da 76/40; Località: isola di Murano);
Batteria Maffio (già Batterie Maffio, F.P. 49a) (Località: isola di Murano; Stato di conservazione: scomparsa);
Polveriera di San Giacomo in Paludo (già Insel S. Giacomo in Paludo, F.P. 54) (Località: isola di San Giacomo in Paludo; Proprietà: Demanio dello Stato; Uso attuale: non utilizzato; Modalità di accesso: non visitabile; Note: fin dall'XI Secolo l'isola ebbe destinazione conventuale. A partire dalla fine del Settecento vi si insediarono i militari, che utilizzarono l'isola come sede di batterie. Nei primi anni del XIX Secolo vennero demoliti gli edifici presenti. Almeno dai primi anni del Novecento era adibita a polveriera. Vi furono eretti tre edifici separati da terrapieni. Il presidio venne abbandonato nel 1961);
Ridotto Madonna del Rosario (poi Polveriera di Madonna del Monte) (già Redoute Madonna del Rosario) (già Insel Madonna del Monte, F.P. 55) (Località: isola di Madonna del Monte (o Monte del Rosario); Proprietà: privata; Uso attuale: non utilizzato; Modalità di accesso: non visitabile; Note: fin dal XIV Secolo l'isola – composto da due isolotti adiacenti – ebbe destinazione conventuale. A partire dalla fine del Settecento vi si insediarono i militari, che utilizzarono l'area come sede di batterie. Intorno alla metà dell'Ottocento vennero demoliti gli edifici presenti e l'area venne adibita a polveriera);
Forte San Secondo (già Batterie de St. Secondo) (già Fort S. Secondo, F.P. 40) (Anno di costruzione: 1860-1864 ca.; Tipologia: opera in terra a tracciato ottagonale regolare, con gola aperta. Perimetro prospiciente la laguna. Blockhaus centrale a pianta trilobata; Località: isola di San Secondo; Stato di conservazione: mediocre; Proprietà: Demanio dello Stato; Uso attuale: non utilizzato; Modalità di accesso: non visitabile; Note: fin dall'XI Secolo l'isola ebbe destinazione conventuale. E' però documentata la presenza – a partire dalla seconda metà del Cinquecento – di un 'casello delle polveri'. Il sito venne presidiato da batterie veneziane, austriache e francesi a partire dal 1797. Nei primi anni dell'Ottocento vennero demoliti gli edifici presenti);
Batteria lagunare Campalto (già Batterie en bois situees sur la direction des canaux de Campalto) (già Batterie Campalto, F.P. 50) (Anno di costruzione: 1860-1864 ca.; Tipologia: opera in terra. Tracciato simmetrico a lunetta poligonale, con gola aperta. Perimetro prospiciente la laguna; Località: isola di Campalto; Stato di conservazione: tracce; Proprietà: Demanio dello Stato; Uso attuale: non utilizzata; Modalità di accesso: non visitabile; Note: sita su un'isola artificiale appositamente creata tramite terreno di riporto. L'area era in precedenza presidiata da una batteria su palafitte, edificata a partire dal 1797. Durante le due guerre mondiali venne adibita a postazione contraerea);
Batteria lagunare Tessera (già Batterie en bois situees sur la direction des canaux de Tessera) (già Batterie Tessera, F.P. 51) (Anno di costruzione: 1860-1864 ca.; Tipologia: opera in terra. Tracciato simmetrico a lunetta poligonale, con gola aperta. Perimetro prospiciente la laguna; Località: isola Tessera; Stato di conservazione: trasformata in villa; Proprietà: privata; Uso attuale: centro studi; Modalità di accesso: non visitabile; Note: sita su un'isola artificiale appositamente creata tramite terreno di riporto. L'area era in precedenza presidiata da una batteria su palafitte, edificata a partire dal 1797);
Batteria lagunare Carbonera (già Batterie Carbonera, F.P. 52) (Anno di costruzione: 1860-1864 ca.; Tipologia: opera in terra. Tracciato simmetrico a lunetta poligonale, con gola aperta. Perimetro prospiciente la laguna; Località: isola Carbonera Stato di conservazione: cattivo; Proprietà: privata; Uso attuale: non utilizzata; Modalità di accesso: non visitabile; Note: sita su un'isola artificiale appositamente creata tramite terreno di riporto. L'area era in precedenza presidiata da una batteria su palafitte, edificata a partire dal 1797. Agli inizi del XX Secolo l'isolotto divenne sede di una stazione radiotelegrafica della Regia Marina. Radiata dal novero delle fortificazioni dello Stato con Regio Decreto 05 Gennaio 1913 n.52. Le originarie strutture militari sono state demolite e sull'area è stata edificata una villa, ora abbandonata);
Batteria lagunare San Marco (o Buel del Lovo) (già Batterie Buel del Lovo, F.P. 53) (Anno di costruzione: 1860-1864 ca.; Tipologia: opera in terra. Tracciato simmetrico a lunetta poligonale, con gola aperta. Perimetro prospiciente la laguna; Armamento (aprile 1913): quattro cannoni da 120G; Località: isola Buel el Lovo; Stato di conservazione: mediocre; Proprietà: privata; Uso attuale: non utilizzata; Modalità di accesso: non visitabile; Note: sita su un'isola artificiale appositamente creata tramite terreno di riporto. L'area era in precedenza presidiata da una batteria su palafitte, edificata a partire dal 1797. Dopo la dismissione avvenuta nel secondo dopoguerra, vi venne edificato un piccolo stabilimento per la preparazione di pesce in scatola, ora abbandonato);
Isola di Mazzorbo (già F.P. 56) (Note: isola fortificata con postazioni di artiglieria a partire dalla prima dominazione austriaca);
Ridotto Mazzorbo (poi Batteria Mazzorbo) (già Redoute Mazzorbo, F.P. 56) (Anno di costruzione: 1846 ca.; Tipologia: opera in terra chiusa a tracciato esagonale irregolare, munito di tre rondelle. Perimetro protetto in parte da fossato e in parte prospiciente la laguna. Blockhaus centrale a pianta cruciforme; Armamento (aprile 1913): sei cannoni da 149G + quattro cannoni da 75A; Località: Isola di Mazzorbetto; Stato di conservazione: buono; Proprietà: Comune di Venezia; Uso attuale: campo scout dell'Agesci; Modalità di accesso: su prenotazione; Note: sito religioso convertito all'uso militare nell'Ottocento. L'ormai ex convento di Sant'Eufemia venne demolito intorno agli anni 1837-1838 per erigervi una polveriera alla prova a pianta cruciforme. Nei primi anni del Novecento l'edificio venne spianato per erigere al suo posto una struttura capace di ospitare sei cannoni da 149G);
Isola di Burano (già Stadt Burano, F.P. 59) (Note: isola fortificata con postazioni di artiglieria a partire dalla prima dominazione austriaca);
Isola di Torcello (già Insel Torcello, F.P. 57) (Note: isola fortificata con postazioni di artiglieria a partire dalla prima dominazione austriaca);
Batteria Penigo (già Batterie Penigo, F.P. 57a) (Anno di costruzione: 1848; Tipologia: opera in terra chiusa, a tracciato irregolare; Località: laguna nord; Stato di conservazione: scomparsa);
Batteria Pieretto (già Batterie Pieretto, F.P. 57b) (Anno di costruzione: 1848; Tipologia: opera in terra chiusa, a tracciato poligonale irregolare; Località: laguna nord; Stato di conservazione: scomparsa);
Batteria Sant'Antonio (già Batterie S. Antonio, F.P. 57c) (Anno di costruzione: 1848; Tipologia: opera in terra chiusa, a tracciato irregolare; Località: laguna nord; Stato di conservazione: scomparsa);
Ridotto Monte dell'Oro (già Redoute de Monte d'Oro) (già Redoute Monte dell'Oro, F.P. 58) (Anno di costruzione: periodo Regno Italico; Località: isola di Monte dell'Oro; Stato di conservazione: tracce; Proprietà: Demanio dello Stato; Uso attuale: non utilizzato; Modalità di accesso: non visitabile).

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1 Riguardo la prima, venne fortificata l'isola del Lazzaretto Nuovo e vennero eretti una testa di ponte a Sant'Erasmo e un ridotto alle Vignole ('Filippini'). Riguardo la seconda, venne fortificata l'isola di San Francesco del Deserto e venne eretto un ridotto a San'Erasmo (Sant'Erasmo Vecchio').
2 Decreto 28 luglio 1806 riguardante le Corporazioni religiose ne' dipartimenti Veneti riuniti al Regno. Fra le proprietà requisite, vi erano le isole di San Cristoforo, San Secondo, San Francesco del Deserto e San Giorgio in Alga. Il dispositivo venne integrato da una ulteriore misura in data 28 novembre 1806.
3 Con ordinanza del 14 Aprile 1831 del Comando dell'Armata d'Italia e dell'Aulico Consiglio di Guerra venne istituita una Commissione incaricata della difesa di Venezia (MORSIANI M. Alessandra, Le fortificazioni ottocentesche della piazzaforte marittima di Venezia, in: 'Castellum. Rivista dell'Istituto Italiano dei Castelli', nn.29/30 (1988-1989), pag. 54).
4 La prima pirofregata corazzata con scafo in metallo – la britannica 'Warrior' – venne completata alla fine del 1861.
5 La relazione a corredo del piano ridotto di difesa suggeriva che nella piazza di Venezia i lavori dovessero essere limitati 'allo stretto indispensabile per disporvi il nuovo armamento e sopprimendo tutte le opere di rafforzamento alle difese esistenti, le quali possono da sole, se armate di artiglierie potenti, sostenere una difesa efficace dal lato di mare'. Per quanto riguarda il fronte terra si suggeriva di tralasciare 'la proposta costruzione di una testa di ponte con quattro forti permanenti, rinunziando per ora ad estendere l'azione della piazza verso terra, ma conservando però il forte proposto nella posizione di Campalto' (COMMISSIONE PERMANENTE PER LA DIFESA GENERALE DELLO STATO, Relazione a corredo del piano generale di difesa dell'Italia presentato al Ministro della guerra il 2 agosto 1871 dalla Commissione permanente per la difesa generale dello Stato istituita con R. Decreto del 23 gennaio 1862, Roma, C. Voghera, 1871, pagg. 38-39). La stesura di un piano ridotto compatibile con la condizione delle finanze era stato richiesto alla Commissione con dispaccio 11 Aprile 1871 n.2845. Il fatto che per Venezia non venissero richieste nuove fortificazioni è deducibile anche dalle indicazioni sulle località dove si sarebbero dovute realizzare le nuove opere, comunicate ai parlamentari in occasione dell'esame del D.d.l., che si tenne alla Camera nel marzo 1873 (MINNITI Fortunato, Esercito e politica da porta Pia alla Triplice alleanza, Roma, Bonacci, 1984, pag. 206). La Commissione permanente per la difesa generale dello Stato era stata istituita con Regio Decreto 23 Gennaio 1862 ed aveva presentato la relazione definitiva al Ministro della Guerra Cesare Ricotti Magnani il 2 agosto 1871. Essa sarà seguita dal Comitato di Stato Maggiore generale (riunito in Commissione per lo studio della difesa dello Stato) (1880-1883) e dalla Commissione Suprema mista per la difesa dello Stato (1899-1915).
6 Nel 1913 erano armate solo le isole di Fisolo, San Marco, Mazzorbo e Crevan. Madonna del Monte, San Giacomo in Palude, Le Vignole, Certosa, Lazzaretto Vecchio, Santo Spirito, Sant'Angelo della Polvere e Poveglia erano adibite a polveriera. Carbonera e Certosa a stazioni radiotelegrafiche ('Stato di efficienza dele opere militari della piazza al 1 aprile 1913', riportato in: SCROCCARO Mauro, I forti alla guerra: La Piazza di difesa marittima di Venezia e il Campo trincerato di Mestre durante la prima guerra mondiale, Milano, Biblion Edizioni, 2011, pagg. 23-26.
7 Negli anni 1915-1918 vennero posizionati cannoni contraerei presso le batterie lagunari Campalto, Tresse e Poveglia e presso le isole di Santo Spirito, San Giorgio in Alga, Murano e Vignole.
8 All'interno dell'arsenale esistono almeno dodici ricoveri. Dopo una parziale dismissione dell'area da parte della Marina Militare, sei di essi sono ora accessibili esternamente al pubblico: quattro si trovano alla 'Novissima grande' (due nei pressi delle tese delle Nappe e due adiacenti alle tese 103-104), uno nel giardino Thetis ed uno nel giardino delle Vergini.
9 L'indicazione di 'punto fortificato' (Fortifications Punkt) riportato nel presente elenco è quello vigente nell'Impero austriaco a partire dal 1814. Nel 1862 il numero assegnato a ciascuna opera venne modificato ('Plan von Venedig, s.d., Vienna, Kriegs-Archiv, in: MORSIANI M. Alessandra, Le fortificazioni cit., pag. 44).

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