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Uno sguardo sulle fortificazioni italiane in età contemporanea

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Duino - Aurisina (TS)

Le prime fortificazioni moderne risalgono probabilmente alla Seconda Guerra d'Indipendenza, quando l'Impero asburgico posizionò alcune batterie a copertura della costa e della strada che da Monfalcone conduceva a Trieste. Non sottoposte alla prova del fuoco durante i conflitti risorgimentali, le strutture caddero rapidamente in disuso1.
Imponenti apprestamenti difensivi – ricoveri in caverna, postazioni di artiglieria, osservatori e trincee – vennero realizzati negli anni 1915-1917, in particolare dopo l'abbandono da parte Austro-Ungarica delle alture di Monfalcone in conseguenza della sesta battaglia dell'Isonzo (4-17 agosto 1916). Monte Ermada (quota 323) e i rilievi circostanti divennero caposaldi della nuova linea del fronte che scendeva fino al promontorio Bratina (quota 28). Il sistema resistette alle successive offensive italiane nonostante gli arretramenti causati dalla decima e undicesima battaglia dell'Isonzo (12 maggio-6 giugno e 17 agosto-12 settembre 1917).
Altre fortificazioni risalgono al 1944-1945, quando le coste vennero presidiate dalle forze germaniche nel timore di uno sbarco Alleato nel settore alto-adriatico2.
L'opera di maggior complessità venne realizzata all'interno della scarpata rocciosa che chiude ad occidente la baia di Sistiana. I vani e cunicoli che componevano la struttura vennero utilizzati dal personale della Kleinkampfmittel Flottille 411, una unità della Kriegsmarine che era giunta nel settembre/ottobre 1944 e che aveva in dotazione una quarantina di sommergibili tascabili 'Molch'. Questi ultimi – e i relativi siluri – erano collocati all'aperto, nascosti fra la vegetazione.
Un'altra notevole opera in caverna venne ricavata sotto il parco del castello di Duino: l'armamento – secondo una giovane testimonianza dell'epoca – era basato su un cannone a doppio scopo e una mitragliera.
Attualmente solo quest'ultima fortificazione è visitabile, e al suo interno è stato realizzato un piccolo museo: alcuni pannelli – riportanti foto e articoli di giornale – forniscono utili indicazioni sul periodo bellico. Il sistema ipogeo della baia di Sistiana – sabotato alla fine della guerra – era liberamente accessibile fino ad alcuni anni fa e i bagnanti erano soliti entrarvi per potersi tuffare da una apertura a strapiombo sul mare. Al giorno d'oggi l'ingresso è sbarrato e tutto ciò che si può vedere dall'esterno è l'apertura di una cannoniera. Fra le altre opere risalenti al secondo conflitto mondiale, un 'tobruk' e piazzole per armi contraeree sono segnalate sul promontorio Bratina.
Molto più estese – ovviamente – sono le testimonianze della Grande Guerra, alcune delle quali inserite nei percorsi dei musei all'aperto. Sui tracciati dell'Ermada in particolare sono evidenziate la grotte del monte Querceto (o del Motore), sul Monte Ermada (o dell'Ospedale), del Pilone (o 'Karl Höhle') e della Gavetta (o 'Zita Höhle'); le installazioni militari di Case Coisce, le postazioni ipogee di Quote 280 (monte Cocco), l'osservatorio blindato di Quota 298 (o Dosso della trincea) con la vicina piazzola per cannone contraereo. Da segnalare – lungo la costa – i piccoli apprestamenti difensivi ancora visibili lungo il sentiero 'Rilke'3, alcuni dei quali riutilizzati trentanni dopo.

Sinteticamente, le opere permanenti ottocentesche sono (all'incirca da ovest ad est):
Batteria 'Luccovitz' (o 'Locavaz') (Anno di costruzione: 1859; Armamento (1859): quattro cannoni da 18 libbre + due cannoni da 12 libbre; Località: San Giovanni);
Batteria presso il parco dei Cervi (Anno di costruzione: prob. 1859; Armamento (1859): tre cannoni da 18 libbre; Località: Bosco della Cernizza);
Batteria presso il castello di Duino (Anno di costruzione: prob. 1859; Armamento (1859): due cannoni da 18 libbre; Località: castello di Duino);
Batteria presso la ruina Duinolo (Anno di costruzione: prob. 1859; Armamento (1859): un cannone da 18 libbre; Località: adiacenze sentiero 'Rilke');
Batteria di Sistiana (Anno di costruzione: 1859; Armamento (1859): tre cannoni da 18 libbre; Località: Sistiana).

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1 'Gli Austriaci nel 1859 costruirono a nuovo, a cominciare da Trieste, batterie a Miramare, Auresina (Nabresina), Sistiana, Duino, Timavo […]; quelle in territorio austriaco riarmate nel 1866 furono di poi esse pure abbandonate. […] [La batteria di San Giovanni, n.d.r.] Abbandonata dopo quell'epoca [1859, n.d.r.], il tempo la va man mano distruggendo; attualmente però (1878) essendo i parapetti e i rivestimenti ben conservati, soltanto rovinato il ripostiglio, il tamburetto e parte del muro di gola, sarebbero sufficienti due giorni di lavoro per riattarla. […] Di tale armamento [delle batterie presso il parco Hohenlohe, il castello di Duino e la ruina Duinolo, n.d.r.] restano ora soltanto le ruine delle opere'. […] Sul ciglio della ripa, sovrastante la piccola cava [a Sistiana, n.d.r.], esistono avanzi di una batteria, […] ed attualmente trovasi in stato di naturale demolizione' (CORPO DI STATO MAGGIORE, Monografia delle Alpi Giulie fra Tagliamento, Sava e golfo di Fiume. Ricognizioni degli anni 1877-78. Parte prima: Analisi del terreno, Firenze, Istituto Geografico Militare (Monografia n.22), 1884 (2^ Edizione), pagg. 151-152, 158-161).
2 Nell'estate del 1944 il Führer aveva ordinato di dare avvio ad un massiccio programma di fortificazioni nel nord Italia (Weisung Nr. 60 für die Kriegführung, in data 27 luglio 1944). Il territorio auresiniano sarebbe stato il punto terminale delle progettate 'Voralpenstellung' (o 'Blaue Linie') e 'Seestern II'. La prima linea 'si estendeva dal confine con la Svizzera fino all'Adriatico; il suo tracciato partiva dallo Stelvio, passava per l'estremità settentrionale del Lago di Garda, le Alpi a nord di Belluno (Longarone), le Alpi Carniche (approssivamente lungo la linea Cimolais-Claut-Tramonti-Gemona), la linea Gemona-Caporetto, la sponda orientale dell'Isonzo per Tolmino fino a Gorizia, e da qui direttamente a sud fino al mare tra Monfalcone e Duino, seguendo per lunghi tratti il fronte della Grande Guerra'. Della seconda linea 'non se ne conosce con precisione il tracciato previsto, si sa tuttavia che iniziava sul Tagliamento, a Varmo, lambiva Talmassons e Palmanova e si concludeva all'altezza di Duino' (cfr: DI GIUSTO Stefano, Operationszone Adriatisches Küstenland: Udine Gorizia Trieste Pola Fiume e Lubiana durante l'occupazione tedesca 1943–1945, Udine, Istituto Friulano per la Storia del Movimento di Liberazione, 2005, pagg. 438, 441).
3 Si tratta di un percorso panoramico di circa 2km (inaugurato nel 1987) che corre a ridosso della falesia, da Sistiana al castello di Duino: prende il nome dal poeta Rainer Maria Rilke, che vi soggiornò negli anni 1911-1912.

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