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Uno sguardo sulle fortificazioni italiane in età contemporanea

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Grado (GO)

Le prime moderne fortificazioni gradesi risalgono al periodo del Regno Italico quando – anche in conseguenza di un'incursione inglese (29 giugno 1810) – vennero erette due opere: una lungo la costa e la seconda più interna, alle spalle nel nucleo urbano1.
Non compresa nei domini del Regno Lombardo-Veneto, la cittadina rimase possedimento asburgico fino al maggio 1915, quando venne abbandonata in conseguenza della dichiarazione di guerra dell'Italia.
Il litorale e le isole della laguna divennero quindi sede di batterie antinave e contraeree, al fine di contrastare eventuali incursioni Austro-Ungariche2.
Rioccupata dalle truppe degli Imperi Centrali il 31 ottobre 1917, vi vennero posizionati alcuni dei cannoni recuperati dalle batterie ex italiane di punta Sdobba3.
Un piccolo bunker-osservatorio di probabile origine germanica è tutto quanto resta del dispositivo di difesa costiera realizzato durante la Seconda Guerra Mondiale. La struttura cementizia – sita sul Lungomare 'Nazario Sauro' – è utilizzata come basamento per un punto panoramico. L'interno non è al momento visitabile.

Sinteticamente, le fortificazioni permanenti ottocentesche sono:
Ridotto di Porto Buso (Anno di costruzione: prob. periodo Regno Italico; Armamento (1859): quattro cannoni da 18 libbre; Comune: Grado; Località: Porto Buso; Stato di conservazione: tracce; Note: sito successivamente occupato da una caserma della Guardia di Finanza);
Forte Eugenio (Anno di costruzione: 1812 ca.; Comune: Grado; Stato di conservazione: scomparso);
Batteria Palazzetto (Anno di costruzione: 1812; Comune: Grado; Località: piazza Marin; Stato di conservazione: scomparsa; Note: demolita nei primi del Novecento per la realizzazione di una residenza alberghiera. Sito ora occupato dal 'Condominio Fortino');
Forte di Sdobba (Anno di costruzione: prob. periodo Regno Italico; Comune: Fiumicello (UD); Località: confluenza fiumi Isonzo ed Isonzato; Stato di conservazione: tracce).

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1 'Nel punto stesso che il Fiume Isonzo forma il bivio, tra l'Isonzato ed il Porto di Sdobba, vi è una batteria che serve di difesa alla sua foce ed alla navigazione de' suoi Canali interni'; 'E' difeso il Porto di Grado da un Forte, che trovasi quasi nel centro de' suoi canali e dell'Isola, e che protegge anche la Navigazione interna, e vi è pure una Batteria all'estremità del Villaggio, a Levante, che guarda ad un tempo la Costa e la Bocca di Primero'; 'Il Ridotto che trovasi sulla sponda destra, entrando nel Porto Buso, serve di difesa alla sua Bocca, ai Canali interni, ed anche alla Foce del Porto Anfora' (s.n., Il pilota pratico alla costa occidentale dell'Adriatico da Trieste al fiume Tronto ad uso de' naviganti-costieri che frequentano nell'esercizio del piccolo Cabotaggio i Porti e le Spiaggie adiacenti. Aggiuntevi, per iscorta, la Carta ridotta della stessa porzione di Golfo, ed alcune Note sul Littorale completivo la suddetta Costa Occidentale, dal Tronto al Capo Santa Maria di Leuca, Milano, Tip. Gio. Bernardoni, 1816, pagg. 11, 14, 16).
2 Poco prima della dodicesima battaglia dell'Isonzo (24 ottobre 1917) risultano essere presenti: tre cannoni da 120 sull'isola di Sant'Andrea, due cannoni da 76/40 a Canal Muro, due cannoni da 76/40 a Porto Buso, quattro cannoni da 120 sull'isola di San Pietro d'Orio, due cannoni da 76/40 sull'isola Gorgo, quattro cannoni da 76/40 sull'isola Ravaiarina; quattro cannoni da 152 a Grado (batteria 'Jean Roulier', comandata dal ten. vasc. Bruno Bordigioni); quattro cannoni da 120 + due da 76/40 a Corbato, due cannoni da 57 e due da 76/40 a Rotta Primero, quattro cannoni da 76/40 a Golometto (cfr.: SCARABELLO Giovanni, Il martirio di Venezia durante la Grande Guerra e l'opera di difesa della Marina Italiana, Venezia, Tipografia del Gazzettino Illustrato, 1933, Vol.2, pagg. 249-250).
3 '[i cannoni, n.d.r.] Li feci allora sistemare lungo la costa tra Grado e Caorle' (KOUDELKA Alfred von, Rotta su Trieste, Gorizia, Editrice Goriziana, 1990, pag. 243).

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