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Uno sguardo sulle fortificazioni italiane in età contemporanea

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Toscolano - Maderno (BS)

A partire dal 1917, l'ipotesi di uno sfondamento del fronte lungo la valle di Ledro spinse lo Stato Maggiore Italiano a progettare e realizzare due linee di resistenza predisposte lungo i rilievi all'altezza di Tignale e Tremosine. Una terza linea – ancora più arretrata – avrebbe dovuto chiudere anche eventuali vie di penetrazione provenienti dalla val d'Ampola. Un caposaldo di quest'ultima venne attuato presso il monte Castello di Gaino, con postazioni e trincee atte a controllare sia la strada costiera verso Gargnano sia le direttrici in direzione Navazzo e lungo la valle delle Camerate. Le opere suddette non vennero mai coinvolte in fatti bellici e si trovano ancor oggi in discrete condizioni. Degna di segnalazione è la presenza di trincee coperte formate da elementi prefabbricati in cemento.
La scelta di insediare gli uffici governativi della Repubblica Sociale Italiana nei paesi siti lungo la sponda bresciana del lago di Garda1, rese concreta la possibilità di incursioni aeree. La conformazione orografica del territorio suggerì lo scavo di numerose gallerie antiaeree, atte a proteggere il personale civile e militare oltre che la popolazione ivi residente. Due ricoveri vennero realizzati a Toscolano e quattro a Maderno, di cui uno ad uso esclusivo dei ministri dell'Interno e dell'Educazione Nazionale, sito nelle adiacenze del loro domicilio privato.

I ricoveri antiaerei pubblici approntati durante la guerra sono (da sud-ovest a nord-est):
● ricovero in galleria in località Maderno, con ingressi in via Aquilani;
● ricovero in galleria in località Maderno, con ingressi in via Fontane e in via Mantova;
● ricovero in galleria in località Maderno, con ingressi in via Toscanini;
● ricovero in galleria in località Toscolano, con ingressi in via Gasparo da Salò e nei pressi della vecchia strada per Gaino;
● ricovero in galleria in località Toscolano, con ingressi in via Abate Galiani e lungo la Gardesana Occidentale 45bis.

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1 Il Ministero dell'Interno ebbe sede presso le scuole elementari e la segreteria del Partito Fascista Repubblicano presso palazzo Benoni (già villa Bianchi, ora hotel Golfo). I ministri Guido Buffarini Guidi e Carlo Alberto Biggini risiedettero a villa Gemma, Alessandro Pavolini (Segretario del Partito Fascista Repubblicano) a villa Cavallero, Giovanni Battista Riggio (console della Milizia e Capo di S.M. delle Brigate Nere) a villa Serenella, Eitel Friedrich von Moellhausen (console generale tedesco) a villa Mimosa. Villa Bassetti (oggi residence) divenne sede dell'ambasciata germanica e villa Adele dell'ufficio di Eugenio Apollonio (Vice-capo della Polizia della R.S.I. e addetto alla Segreteria di Mussolini). Vennero poi requisiti numerosi alberghi (hotel Bristol, hotel Milano, hotel San Marco) per adibirli ad uffici, foresterie, mense ed altro.

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