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Uno sguardo sulle fortificazioni italiane in età contemporanea

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Ricoveri antiaerei 'pubblici' e 'collettivi'

Le normative vigenti in Italia fin dagli Anni Trenta e relative alla protezione antiaerea dei nuclei urbani toccavano vari aspetti: dalla pianificazione urbanistica alla dissimulazione degli obiettivi, dall'oscuramento di strade ed edifici alla segnalazione dell'allarme aereo, dai piani di sfollamento all'organizzazione delle squadre di soccorso. Particolare attenzione era naturalmente posta all'edilizia antiaerea.
A grandi linee, i ricoveri potevano essere raggruppati in due distinti gruppi: 'casalinghi' e 'pubblici'/'collettivi'. I primi offrivano protezione ai residenti di un singolo caseggiato1. I secondi invece offrivano protezione a quei cittadini che – al momento dell'allarme – erano al lavoro o, più in generale, per qualunque ragione si trovavano lontani dalla propria residenza.
Più precisamente, con ricoveri 'pubblici' si indicavano ''quelli destinati esclusivamente ad accogliere le persone sorprese dall'allarme lontano dalle proprie case, o gli abitanti di edifici circonvicini, sprovvisti di ricovero casalingo''. Con ricoveri 'collettivi' si indicavano invece quelli ''costruiti nelle sedi di enti ed uffici, statali e parastatali, aziende pubbliche e private, banche, collegi e simili''.
I ricoveri potevano essere ottenuti tramite l'adattamento di cantine (come nei ricoveri casalinghi), tramite l'adattamento di elementi naturali o strutture urbane già esistenti (ad esempio, grotte e gallerie) oppure con la costruzione di opere dedicate vere e proprie, sotterranee o fuori-terra (ricoveri 'tubolari', 'a torre', ecc.). Nel caso di costruzione ex novo, si suggeriva di dare avvio a costruzioni che – a parità di spesa – potessero avere in seguito utilizzi civili (ad esempio, gallerie stradali, alberghi diurni, magazzini, mercati coperti, ecc.).
Nel maggio 1939 su tutto il territorio nazionale erano presenti 674 ricoveri pubblici e collettivi (di cui 415 industriali), per una capacità complessiva di circa 115mila persone2.
Lo scoppio della guerra portò ad un'accelerazione delle costruzioni senza però raggiungere un numero di strutture sufficienti alle necessità. Oltretutto i bombardamenti aerei resero manifesta l'inadeguatezza di parte delle opere costruite3.
Con la conclusione del conflitto ci fu il lento ritorno alla normalità. Le gallerie stradali ripresero del tutto la loro funzione originaria. I ricoveri in caverna vennero chiusi od utilizzati come magazzini o discariche. Molti dei ricoveri entro o fuori-terra, specie quelli costruiti in centro città, vennero demoliti e le piazze tornarono al primitivo aspetto prebellico. I vani nei piani sotterranei degli edifici divennero o tornarono ad essere utilizzati come cantine.
Anche gli arredi interni sparirono ben presto, destinati al riciclo o alla demolizione. Sorte segnata ebbero le apparecchiature di filtraggio/riciclo dell'aria – installate in alcuni ricoveri prebellici dotati di protezione antigas – e le cosiddette 'biciclette', utilizzate in caso d'emergenza per azionare i ventilatori. I tinteggiamenti infine coprirono le segnaletiche dipinte sui muri interni4.
Per vedere alcuni esempi di ricoveri pubblici e collettivi fortunosamente sopravvissuti ai giorni nostri, cliccate qui.

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1 Fra essi, quelli ottenuti tramite adattamento di vani già preesistenti erano definiti 'di circostanza'.
2 'Consiglio dell'Esercito 8 maggio 1939-XVII. Il problema della Difesa Territoriale', citato in: DELLA VOLPE Nicola, Difesa del territorio e protezione antiaerea (1915-1943). Storia, documenti immagini, Roma, USSME, 1986, ril., pag. 209.
3 Si pensi – ad esempio – al crollo del rifugio tubolare di Vicolo Fiumicelli, a Treviso, in occasione del tragico bombardamento del 7 aprile 1944. Era stato realizzato con una copertura di 40 cm (26 dei quali costituiti da mattoni e 14 da un manto di cemento non intessuto di armature metalliche), ben al di sotto pertanto di quanto ritenuto necessario. Citato in: 7 aprile 1944 - Un Colpo al Cuore. Catalogo della mostra (Treviso, Palazzo dei Trecento, 7 Aprile 2004-14 Maggio 2004).
4 Esse indicavano il n. di cella, le vie di ingresso e di fuga ('Al rifugio', 'Uscita di soccorso'), le norme di comportamento da tenere ('Vietato fumare', 'Vietato l'ingresso ai cani', ecc.) e la localizzazione di alcuni materiali, attrezzature e servizi ('Acqua potabile', 'Gabinetto', ecc.).

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